FATTI

Il Giorno della Memoria: un occasione per riflettere

Ricordare non é solo esercizio mnemonico per non dimenticare, anche se è già molto perchè rischiamo anche la semplice amnesia sull’olocausto. Il giorno della memoria è anche occasione di farsi delle domande che coinvolgono il nostro stesso essere. Come è potuto accadere ? Il “terreno” era stato lasciato nell’incuria per anni come quando sopraggiunge la frana in un luogo che si è disboscato o non si è curato, nè si è rispettato. Dove qualcuno ha compito palesi abusi, ma dove altri sono stati a guardare, magari denigrando in cuor loro, ma senza far nulla. Così, come un fiume di fango, la nostra Europa è stata inondata dall’odio raziale che ha portato ad Auschwitz. La cronaca ricorda quanti hanno ingrossato questa terribile corrente contribuendovi con le loro decisioni scellerate o con l’ubbidienza cieca. Troppi hanno subito quest’odio e sono stati travolti ed uccisi. Ma dobbiamo ricordare anche quanti hanno detto di no e non hanno ubbidito, ma hanno reagito. E hanno pagato con la vita per questo. Questa memoria aiuta la nosta coscienza a non ripetere l’atteggiamento pauroso di quanti hanno guardato scorrere il male senza intervenire. Per questo consiglio la lettura del libro di Cesare G. Zucconi su Franz Jägerstätter* , un uomo che espresse aperamente la sua opposizione al nazionalsocialismo. 
Quello che ho descritto come un fiume di fango, in realtà era visto da molti come qualcosa di affascinante e giustificato: Jägerstätter scrive di un sogno che aveva fatto in cui “un bel treno girava attorno ad una montagna. Oltre agli adulti c’era anche un gran numero di ragazzi che accorreva per salire sul treno e non si riusciva quasi a fermarli.” … “All’inizio questo treno che correva mi risultava piuttosto misterioso, ma più passava il tempo più si svelava anche il suo significato. Ed oggi mi sembra che questo quadro non rappresenti altro che il nazionalsocialismo che a quel tempo irrompeva violentemente o si introduceva di soppiatto con tutte le sue articolate strutture… ”. Prendere coscienza , vedere le cose nella giusta luce richiede interiorità, che  Jägerstätter coltivava ogni giorno. Per questo scelse di considerare la sua fede più importante della sua stessa vita e di agire di conseguenza. La storia di quest’uomo aiuta ha comprendere come la memoria dell’olocausto si può fare coscienza personale che può rendere migliori noi stessi e questo nostro tempo. 


*Cesare G.Zucconi, Cristo o Hitler? Vita del beato Franz Jaegerstaetter, prefazione di Andrea Riccardi, San Paolo, 2008

Marco Peroni
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