FATTI

Padre Pino Puglisi, il coraggio della speranza

Sono trascorsi vent’anni esatti. Il 15 settembre 1993 la mafia uccideva Padre Pino Puglisi, parroco nel quartiere di Brancaccio a Palermo. Non era una figura appariscente, né aveva grandi mezzi: era un pastore, un uomo di preghiera, vicino ai più poveri. Eppure dava molto fastidio a Cosa Nostra. Lo racconta bene un agile volume di Vincenzo Ceruso, A mani nude, recentemente pubblicato da San Paolo. Costruiva spazi di libertà, piantando semi di speranza nel cuore di tanti siciliani. Parlava dell’amicizia come vittoria autentica e non episodica sulla solitudine. Toglieva i giovani dalla strada e nel centro “Padre Nostro” trasmetteva loro la speranza di una vita migliore. È stato barbaramente ucciso perché la sua mite azione pastorale corrodeva la cultura di Cosa Nostra, costruendo un tessuto di umanità in una borgata degradata. Il contrasto fra i due mondi era stridente, come ben attesta il video linkato al termine dell’articolo. La Chiesa cattolica lo ha beatificato lo scorso 25 maggio. Il suo messaggio non scolorisce con il passare del tempo, ma è più vivo che mai: anche senza grandi mezzi, ciascuno può combattere le mafie e la loro cultura. Serve il coraggio della speranza.

Un documento: le parole del killer al processo, di Padre Puglisi e di Giovanni Paolo II
http://www.youtube.com/watch?v=n-TMuugINBE

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