FATTI

Vacanze: il 60% dei genitori lascia i figli da nonni e parenti

I nonni baby-sitter si confermano essere un aiuto fondamentale per le famiglie italiane, particolarmente nei mesi estivi quando le vacanze dei bambini sono molto più lunghe di quelle dei genitori lavoratori e le alternative, quali i centri estivi,  non sono alla portata di tutti. Secondo un’indagine dell’Adoc il 60% dei genitori lavoratori lascia i propri figli da nonni o parenti o li porta a lavoro con se risparmiando dai 155 ai 250 euro alla settimana, ovvero l’importo che spenderebbero nei centri estivi privati. Si vedono gli effetti della crisi anche nel periodo di ferie dei genitori visto che si registra, rispetto all’anno scorso, un calo del 10% delle famiglie che vanno in vacanza, ma la diminuzione raggiunge il 40% se si considerano gli ultimi 3 anni. Allo stesso tempo si sono ridotti anche i giorni di vacanza che per il 60% delle famiglie durano al massimo una settimana, mentre solo il 10% sta fuori più di due settimane.
Un po’ per necessità, un po’ per tradizione, il welfare dei nonni è una caratteristica tutta italiana come ha dimostrato lo studio pubblicato un anno fa dalle ricercatrici Eva Garcia-Moràn dell’università Bocconi di Milano e Zoe Kuehn  dell’Università Autonoma di Madrid dal titolo “With Strings attached: grandparents provided child care”) da cui è emerso che ben il 37% delle famiglie con figli fino a 14 anni si affida giornalmente alle cure dei nonni, mentre in Europa il dato è molto più basso: il 15% in Germania e solo il 2% in Svezia, mentre la Francia è più vicina alla percentuale italiana con il 30%. La diversità di percentuale non è da individuarsi solo in un problema di tradizione familiare, ma anche nella scarsità di servizi per la prima infanzia e nella poca flessibilità negli orari di lavoro.
Un “welfare familiare” destinato però a diminuire notevolmente nel giro di poche generazioni a causa dell’aumento dell’età pensionabile e anche dell’età sempre più avanzata delle neomamme che porteranno ad avere nonni sempre più anziani. Ci rimane da sperare nell’allungamento della vita e nel miglioramento della salute in età anziana e nel miglioramento delle politiche sociali per l’aiuto all’infanzia.

Marco Peroni
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