FATTI

Papa Francesco a Strasburgo: dalla periferia al cuore dell’Europa

E’ stato reso noto ieri il programma della visita di papa Francesco al Parlamento Europeo e al Consiglio d’Europa il prossimo 25 novembre.
Il tutto si configura come un gesto importante, significativo. Il papa che era stato accusato – con garbo, s’intende – di non avere un particolare progetto per l’Europa rivela sempre più chiaramente la propria scommessa sul Vecchio Continente. Il più ricco di storia fra tutti i segmenti di quel mondo-poliedro che il pontefice immagina va valorizzato, la sua memoria condivisa, la sua eredità trasmessa e rigenerata. Dopo aver toccato una delle sue periferie, l’Albania, Bergoglio si dirige al cuore pulsante delle istituzioni dell’Unione, e non lì dove hanno casa gli euroburocrati, Bruxelles, bensì in quella frontiera tra Francia e Germania che è stata causa di tante guerre e che oggi è la sede di un Parlamento che rappresenta centinaia di milioni di cittadini europei. E poi il Consiglio d’Europa, organismo ancora più largo dell’Unione, che si erge a difesa dei diritti umani nel continente in cui essi sono stati enunciati per la prima volta, ma anche – ahimé – così frequentemente violati.
“Papa Francesco ha accettato l’invito a visitare il Parlamento europeo e a rivolgere un discorso ai suoi membri in occasione di una sessione solenne”, ha detto il portavoce vaticano, p. Federico Lombardi. 
In un tempo di euroscetticismo, mentre si moltiplicano gli scricchiolii della costruzione europea, in una stagione infelice per le tensioni unitarie, quando sembra che “piccolo sia bello” e che la felicità si trovi nel separarsi dagli altri più che nell’unirsi ad essi – ogni riferimento ai secessionismi scozzesi e catalani è da parte del sottoscritto puramente voluto – mi sembra che papa Francesco intenda riaffermare il senso e l’importanza di un progetto,

voglia lanciare un segnale di incoraggiamento al perseguimento dell’integrazione e dell’unità europee. 

In quel placido angolo di Strasburgo, lungo i canali che conducono al Reno, è custodito un sogno. A chi non piega lo sguardo sul piccolo che lo circonda, a chi lo leva oltre l’ellisse dell’edificio del Parlamento, si rivela un cielo che è più azzurro dei contrasti del passato e dei dubbi del presente.


Francesco De Palma
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