CHIESAFATTI

Verso il processo di beatificazione di Shahbaz Bhatti

Ricorrono in questi giorni i cinque anni dall’assassinio di Shahbaz Bhatti, ministro cattolico “per le minoranze” del Pakistan, ucciso il 2 marzo 2011 a Islamabad per il suo impegno per la pacifica convivenza tra le confessioni religiose del suo paese, per la protezione da lui garantita alla piccola comunità cristiana (il 2% dei pakistani, su una popolazione di 180 milioni di abitanti).
La Chiesa del Pakistan ha iniziato a raccogliere le testimonianze da utilizzare nel momento in cui si aprirà il processo diocesano di beatificazione per martirio (nella diocesi di Islamabad-Rawalpindi, oggi vacante). E’ una meta verso cui l’intera comunità cattolica guarda con sentimenti di ammirazione, gratitudine, speranza. 
E’ bello, in questo tempo, ricordare le parole stesse di Bhatti, alcune righe che hanno il sapore – per così dire – di un “testamento spirituale”: 

“Fin da bambino ero solito andare in chiesa e trovare profonda ispirazione negli insegnamenti, nel sacrificio e nella crocifissione di Gesù. Fu l’amore di Gesù che mi indusse ad offrire i miei servizi alla Chiesa. Le spaventose condizioni in cui versavano i cristiani del Pakistan mi sconvolsero. E pensai di corrispondere a quel suo amore donando amore ai nostri fratelli e sorelle, ponendomi al servizio dei cristiani, specialmente dei poveri, dei bisognosi e dei perseguitati che vivono in questo paese islamico. Non voglio popolarità, non voglio posizioni di potere. Voglio solo un posto ai piedi di Gesù. Voglio che la mia vita, il mio carattere, le mie azioni parlino per me e dicano che sto seguendo Gesù Cristo. Tale desiderio e così forte in me che mi considererei privilegiato qualora, in questo mio battagliero sforzo di aiutare i bisognosi, i poveri, i cristiani perseguitati del Pakistan, Gesù volesse accettare il sacrificio della mia vita. Voglio vivere per Cristo e per Lui voglio morire. Non provo alcuna paura in questo paese. Molte volte gli estremisti hanno desiderato uccidermi, imprigionarmi; mi hanno minacciato, perseguitato e hanno terrorizzato la mia famiglia. Io dico che, finché avrò vita, fino al mio ultimo respiro, continuerò a servire Gesù e questa povera, sofferente umanità, i cristiani, i bisognosi, i poveri”.

Francesco De Palma

Venerdì 4 marzo, a San Bartolomeo all’Isola, la basilica memoriale dei martiri del nostro tempo, dove è conservata la Bibbia di Shahbaz Bhatti, si celebra uan preghiera in suo ricordo. Per informazioni
Francesco De Palma
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