CHIESA

“Prima gli ultimi!”

All’indomani delle elezioni per il rinnovo del Parlamento Europeo, mentre politici e media registrano il contenimento delle forze sovraniste in molti degli stati membri (ma non in tutti, come ben sappiamo in Italia), papa Francesco continua a portare avanti il suo discorso controcorrente sull’accoglienza al rifugiato e al migrante, rovescia gli slogan mainstream di marca trumpiana (“Prima gli italiani”, “Prima i francesi”, e così via) in un perentorio “Prima gli ultimi”, di chiara derivazione evangelica, e non ha paura di sfidare gli umori di popoli impauriti dalla globalizzazione, vittime del loro stesso vittimismo, in nome di un’integrale fedeltà alla Buona Novella e di una vicinanza al sentire del popolo più numeroso di tutti, a livello globale, ovvero quelli degli umili, degli scartati, dei periferici.
L’occasione è il messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, che si celebrerà il prossimo 29 settembre, dal tema: “Non si tratta solo di migranti”. 

“I migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta sono diventati emblema dell’esclusione”, esordisce Bergoglio, “spesso caricati di un giudizio negativo che li considera come causa dei mali sociali”. Ed avverte: “L’atteggiamento nei loro confronti rappresenta un campanello di allarme che avvisa del declino morale a cui si va incontro se si continua a concedere terreno alla cultura dello scarto. […] Ecco perché ‘non si tratta solo di migranti’, vale a dire: interessandoci di loro ci interessiamo anche di noi, di tutti; prendendoci cura di loro, cresciamo tutti; ascoltando loro, diamo voce anche a quella parte di noi che forse teniamo nascosta”.
“Non si tratta solo di migranti: si tratta anche delle nostre paure”, afferma chiaramente il pontefice, sottolineando come le forze della chiusura agiscono anche all’interno di una società, esaltandone istinti primordiali, facendole perdere quel tesoro di umanità e di razionalità che è il suo bene più prezioso e finendo per imprigionarla in una situazione senza via d’uscita. “Il problema non è il fatto di avere dubbi e timori. Il problema è quando questi condizionano il nostro modo di pensare e di agire al punto da renderci intolleranti, chiusi, forse anche – senza accorgercene – razzisti. […] Non si tratta solo di migranti: si tratta della nostra umanità: […] ‘Aprirsi agli altri non impoverisce, ma arricchisce, perché aiuta ad essere più umani: a riconoscersi parte attiva di un insieme più grande e a interpretare la vita come un dono per gli altri’”.
E’ evidente, agli occhi del papa, come pulsioni e comportamenti del genere portino lontano da un cristianesimo reale, e non professato solo a parole: “Gesù Cristo ci chiede di non cedere alla logica del mondo, che giustifica la prevaricazione sugli altri per il mio tornaconto personale o quello del mio gruppo: prima io e poi gli altri! Invece il vero motto del cristiano è “prima gli ultimi!”. […] Nella logica del Vangelo gli ultimi vengono prima, e noi dobbiamo metterci a loro servizio”.
“Non è in gioco solo la causa dei migranti”, ribadisce, e conclude, Francesco: “Non è solo di loro che si tratta, ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. I migranti, e specialmente quelli più vulnerabili, ci aiutano a leggere i ‘segni dei tempi’. […] Attraverso di loro il Signore ci invita a riappropriarci della nostra vita cristiana nella sua interezza e a contribuire […] alla costruzione di un mondo sempre più rispondente al progetto di Dio”.

Francesco De Palma
Francesco De Palma
Latest posts by Francesco De Palma (see all)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *