Categorie: FATTISGUARDI

I fiori di Hossein

Lui è solo l’ennesimo
bengalese che vende rose in una delle nostre più belle città italiane: Firenze.
Uno che ci disturba. Che ci importuna. Che chiede qualche euro per un fiore,
una rosa scarlatta, che magari non vogliamo neanche prendere in considerazione
che esista, (come simbolo di impegno, di omaggio, antiquato e cavalleresco ..di
ufficialità di un rapporto), quando si esce con la tipa che ci piace, stiamo
pagando la cena, e non sappiamo come andrà a finire ..quindi no, magari i fiori
anche no …

Si chiama Hossein.Hossein
Alamgir. Nome tipico bengalese. Faccia tipica bengalese. Questi forestieri che
ci invadono, sentiamo dire.
Eppure, c’è una notizia.
Italiana. Vecchia news. Una grande percentuale di molestie, la maggior parte,
noi donne le subiamo dai nostri italianissimi ragazzi/morosi/mariti/ex.  Spesso anche pesanti.
E poi una notizia italiana. Recente
del 16 Ottobre 2017.
L’altra sera, Gaia,
studentessa venticinquenne, faccia pulita ed altrettanto la condotta, si
concedeva una innocua passeggiata in pieno centro storico di Firenze, ore 23
30, e ne ammirava le eterne bellezze artistiche, quando ha beccato questo
immigrato, faccia scura, professione ambulante.
E menomale che la
studentessa ha trovato sulla sua strada Hossein.! Il quale, unico, ha notato
che lei era in difficoltà e si è fiondato (a rischio suo, fisico, e della sua
fedina penale, se le cose fossero andare storte…) per liberarla e trarla in
salvo, eroicamente, da una probabile violenza di branco. Venticinque italiani
ubriachi l’avevano già accerchiata, attaccata con parolacce, oscenità, presa a
spintoni e presa a sputi. Ore undici e venti nel cuore di Firenze: piazza della
Repubblica.
Liberata Gaia, la vittima
designata dalla violenza, da quella ventina di aggressori, Hossein le ha
offerto un fazzoletto, ed il suo ascolto,
il suo conforto per restituirle la calma.  Ce ne ha messo del tempo, però ..  Perché Gaia, poveretta, era talmente scossa
che non la smetteva più di piangere..
Tornata la quiete. Tante
grazie e via. Hossein Alamgir si è rituffato nella notte con le sue
rose…belle, inoffensive..ed il suo nome lo avremo già dimenticato fra una
manciata di ore .. (io stessa che ne scrivo.) Ma adesso, no. E lo penso tanto. E
vorrei andare a Firenze; ad abbracciarlo, Hossein. E dirgli che in Italia
avremmo bisogno di gente come lui. Di imparare ad essere più bengalesi e
disimparare ad essere italiani, forse. Ma questa è solo una notizia. Ed è solo
italiana. (d.o.c.). Sintomo che qui in Italia c’è di tutto.
Luci ed ombre. Facciamocene
una ragione. Che dopotutto ci va anche molto bene. Com’è andata bene alla
studentessa. Gaia. Che felice e gaia più che mai, suppongo, starà pensando,
quella sera, di aver conosciuto una bravissima persona, e consapevole di avere,
da adesso, a Firenze, un amico. Lo dovremmo sentire tutti. Come un nostro
amico: un nuovo, gentile e coraggioso amico. Hossein.

Silvia Chessa

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