Centinaia di eventi hanno toccato le città italiane per
 parlare di pena di morte. Tra i tanti, uno molto particolare si è svolto a Roma
 all’interno del carcere di Regina Coeli. Proprio qui Dale Recinella ha voluto
 raccontare la sua esperienza di cappellano laico nel braccio della morte in Florida.   Avvocato di successo a Wall Street, Recinella aveva una
 vita di successo: tre figli, un matrimonio felice, una vita molto agiata. Eppure
 cominciò a sentire una sorta di vuoto interiore e che la ricchezza non era
 tutto. I Recinella erano soliti leggere la Bibbia all’inizio della giornata e
 spesso si interrogavano sulla loro vita ricca e le parole del Vangelo sul “dare
 da mangiare agli affamati”. 
  Improvvisamente accadde qualcosa che avrebbe cambiato
 la loro vita. Alla fine degli anni ’80, Dale si ammalò gravemente a causa di un
 parassita letale contenuto in un’ostrica. Per i medici aveva poche ore di vita.
 Dopo aver salutato i figli e detto addio alla moglie, lottò con tutte le sue
 forze per non chiudere gli occhi ma poi si addormentò in un sonno profondo. In
 sogno vide Gesù in piedi davanti a lui: “Dale, cosa hai fatto dei doni che ti
 ho dato? Cosa hai fatto per le persone che soffrono?”. Provò a difendersi in
 mille modi, a giustificarsi e alla fine rispose: ”Eccomi, non ho più difese. Dammi
 un’altra possibilità e ti prometto che penserò a loro”. Dale si svegliò e il
 batterio miracolosamente era scomparso, anche se aveva devastato il suo corpo.
 Ci vollero molti mesi per recuperare tutte le funzionalità dell’organismo. Però
 era vivo e i suo impegno era mantenere la promessa fatta in quel sogno. 
  Dove erano le persone che soffrivano? Fino a quel
 momento non si era mai posto questa domanda. Eppure bastava solo aprire gli
 occhi: in ospedale, per strada, in carcere. Così Dale e la moglie Susan iniziarono
 un’esperienza di servizio con i malati di Aids lunga sei anni. Decisero, quindi,
 di venire a Roma in cerca di una nuova ispirazione. Qui conobbero la Comunità
 di Sant’Egidio, rimasero per un anno condividendo l’esperienza con i poveri e la
 preghiera serale. Tornati negli Usa, si trasferirono in una piccola città della
 Florida, dove fu proposto a Dave di diventare il cappellano laico del vicino braccio
 della morte. 
  
  
  Qui comincia la sua nuova vita. L’inizio non fu affatto
 facile. Molti detenuti erano sospettosi, lo mettevano alla prova e diffidavano
 del suo impegno gratuito per loro solo perché credente. Lo prendevano per pazzo
 e qualcuno lo allontanava in malo modo. Con il tempo, con pazienza e con la
 presenza fedele, Dave riuscì conquistarli uno ad uno dimostrando la sua
 amicizia.   Commovente il racconto sulle condizioni di detenzione
 dei condannati a morte. Impressionante ascoltare come uno dei primi gesti “di
 dignità” di Dave nel braccio della morte fu attivare lo sciaquone del water
 dall’esterno della cella, in quanto (ufficialmente per motivi di sicurezza) non
 è consentito ai detenuti averlo all’interno. Ben presto comprese che la sua
 presenza avrebbe accompagnato i condannati fino al momento dell’esecuzione. In
 Florida è consentito alla famiglia solo salutare il condannato diverse ore
 prima e non accompagnarlo fino all’ultimo momento. Susan iniziò a prendersi cura
 dei familiari, a pregare con loro nella chiesa vicina. Spesso poi si cena insieme
 ai familiari e con loro si ripercorre la vita del proprio congiunto e i momenti
 belli passati insieme.
  Alla fine della presentazione i detenuti del carcere
 romano hanno posto molte domande. Uno di loro, due anni da scontare, ha
 espresso il proprio imbarazzo rispetto a persone la cui pena è così ultimativa
 come la condanna a morte. Un detenuto mussulmano lo ha ringraziato per la sua
 vicinanza ai condannati a morte di ogni fede ed un altro ha detto come ‘porre
 una domanda a un miracolato faceva venire i brividi’. Tutti hanno espresso il desiderio di sostenere la
 Campagna per la moratoria della pena di morte come accadde nel 2000, quando furono
 raccolte 18.000 firme fra i detenuti italiani e consegnate all’ONU con altre cinque
 milioni in tutto il mondo.
  La storia di Dale Recinella è raccontata nel suo libro dal
 titolo “Nel braccio della morte”.