Categorie: FATTI

Un anno dopo il naufragio di Lampedusa, i superstiti incontrano papa Francesco

Due giovani eritrei accolti da Bergoglio, ricordano naufragio di un anno fa.

“Felici” di essere ricevuti da Papa Francesco. Non nascondono la loro emozione per l’appuntamento in Vaticano due superstiti del naufragio del 3 ottobre 2013 al largo di Lampedusa.
Di origine eritrea, i due giovani oggi vivono uno a Roma, “accolto dalla Comunità’ di Sant’Egidio”, l’altro in Norvegia, “dove ha avviato le pratiche per la richiesta d’asilo”. Prima di giungere alla Santa Sede, hanno assistito a una conferenza stampa a Montecitorio promossa tra gli altri dal presidente del Comitato permanente per i Diritti Umani della
Camera, Mario Marazziti (Per l’Italia), e dal coordinatore dell’Intergruppo parlamentare sull’Immigrazione, Khalid Chaouki (Pd).
Al termine, parlando con i cronisti, hanno confidato la loro emozione per l’incontro con Bergoglio e ripercorso le ore drammatiche di quel 3 ottobre 2013, quando il peschereccio su
cui viaggiavano ha preso fuoco al largo di Lampedusa ed è naufragato.
Su quella barca – dicono i due ragazzi – “sono morte diverse persone che conoscevamo”.
E su un cartellone che commemora le vittime indicano i volti degli amici che non ci sono più. Tra questi anche una donna con due bambini. Adesso che vivono in una terra straniera, conoscono invece poche persone. “Ma io conosco Costantino”, sottolinea il ragazzo che e’ rimasto in Italia.
Costantino e’ il pescatore che l’ha salvato, ricorda Daniela Pompei della Comunità di Sant’Egidio: “il ragazzo indossava i pantaloni e grazie a questi e’ stato possibile recuperarlo e trarlo in salvo – aggiunge Pompei – i corpi nudi dei naufraghi erano ricoperti di nafta e scivolano alla presa. I pantaloni lo hanno salvato. Quando e’ stato raccolto dal mare era già privo di conoscenza. E’ stato ripescato appena in tempo”. (FONTE ANSA).

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