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Di fronte alla parabola dei cristiani d’Oriente

Una mostra fotografica. Immagini di calma e di dolore, di sradicamento e di tenacia, di fedeltà e di disperazione, di vuoto e di pienezza. Nel centro della cristianità si è potuto gettare lo sguardo su un cristianesimo sfregiato e periferico – eppure una volta, secoli fa, centrale e vitale -, facendo spazio alla visione di un’umanità minacciata e lontana.
Si è appena chiusa a Roma, al Vittoriano, l’Altare della Patria, la finestra espositiva dedicata i cristiani d’Oriente, a un “cristianesimo alla sfida del nuovo millennio”, come recitava il sottotitolo della raccolta di immagini scattate da Michele Borzoni tra le comunità cristiane

disseminate tra Egitto, Terrasanta, Libano, Giordania, Siria, Iraq. 

Un mondo ritratto in un alternarsi di momenti quotidiani, un tempo colto in un punto imprecisato di una parabola discendente, illuminata dalla grandezza del passato, resa umile dalla consapevolezza del presente. Monaci copti, bambini armeni, interni poveri, dignità e profondità.
E’ il ritratto di un insieme di popoli e di storie che ha subito troppe ingiustizie, troppe persecuzioni. Da quella di cento anni fa – nell’aprile del 2015 si ricorderà il centenario del Metz Yeghern, il Grande Male, il genocidio degli armeni da parte ottomana durante la I guerra mondiale – a quella di oggi, da Enver Pashà ad al-Baghdadi e al suo improbabile Califfato.
La mostra aveva l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sulla tragedia dei cristiani orientali, sulla possibile fine di un mondo che è stato ricco e vitale. L’avanzata del fondamentalismo, i giochi politico-militari dell’Occidente, hanno stravolto la geografia religiosa del Medio Oriente. Dei milioni di cristiani che vivevano tra il Nilo e l’Eufrate è rimasta solo una piccola parte. E fino a quando?
La domanda aleggiava sulla mostra, faceva da scenario alle singole immagini, si insinuava nei pensieri del visitatore, cercava di risvegliare alla nostra distratta attenzione, chiamava a una memoria interessata, partecipe, sim-patica.

Francesco De Palma

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