Nel leggere questo
romanzo mi sono immediatamente ritrovato accanto allo “Sciacallo”, mentre zoppicando e con l’occhio sempre malmesso, si
spostava alla ricerca di indizi per identificare un assassino che trentuno anni
orsono gli aveva porta via la cosa più preziosa. Ma non solo, e qui è la
grandezza di uno scrittore (secondo me), perché il Lanzetta ti fa immergere totalmente
nella stato d’animo del protagonista, nelle sue passioni e nella sua storia. Le
sue paure, i suoi odi e i suoi amori in qualche modo diventano anche i tuoi. A
un certo punto ti ritrovi veramente ad andare in bicicletta con Flavio,
Daniano, Stefano e la sventurata Claudia, verso i loro luoghi segreti della
campagna salernitana provando quello che provano loro.
Un romanzo che è un
crescente di colpi di scena e rivelazioni che lasciano basito il lettore per la
complessa architettura del testo.
Per il resto è un libro
di grande spessore, che conferma Antonio Lanzetta come una vera promessa della
narrativa italiana, e che consiglio vivamente di leggere.
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