Il 7 febbraio 1989 scomparve, a 61 anni, per le complicazioni sorte dopo un intervento al cuore, uno degli interpreti più importanti della canzone italiana: Claudio Villa.
Era stato il cantante più amato di quella canzone tradizionale, melodica, che tanto ha dato alla nostra musica negli anni Cinquanta e Sessanta, con interpretazioni rimaste nei cuori e nei ricordi di tanti.
La sua scomparsa avvenne nel corso del Festival di Sanremo: quasi fosse la trama di uno sceneggiato, il “Reuccio della canzone italiana” veniva a mancare nel corso dell’ultima serata del Festival della Canzone italiana a cui aveva partecipato per tredici volte risultando vincitore in quattro edizioni: nel 1955 con la canzone “Buongiorno tristezza”, nel 1957, con “Corde della mia chitarra”, nel 1962, con “Addio… addio…”, nel 1967 con “Non pensare a me”.
L’edizione del Festival del 1987 era condotta da Pippo Baudo, eravamo all’ultima serata e il presentatore interruppe la gara canora per pronunciare le seguenti parole: «Purtroppo devo dare una brutta notizia. Mi sembra doveroso interrompere per un momento lo spettacolo che è fatto di festa, di gioia e di canzoni, per rivolgere l’ultimo applauso a Claudio Villa che si è spento a causa di complicazioni a seguito di un intervento al cuore».
Claudio Villa (il cui vero nome era Claudio Pica) è stato autore di 35 canzoni, vendendo circa 45 milioni di dischi in tutto il mondo, ma il vero patrimonio che ci ha lasciato è stato quello di aver fatto avvicinare ed innamorare due intere generazioni alla canzone italiana.
Germano Baldazzi
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