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Quando Giovanni Paolo II fu in lotta contro la morte

L’attentato in piazza San Pietro

Oggi ricorre il 40° anniversario dell’attentato a Papa Giovanni Paolo II, quattro pallottole – alcune delle quali lo avevano ferito e fermato per un po’, ma non ucciso. Così, dopo poco tempo ha ripreso ad esercitare il suo ministero petrino, portando un contributo decisivo al logoramento del regime sovietico.

Erano da poco passate le ore 17 di quel 13 maggio 1981 quando, mentre compiva l’usuale giro tra i fedeli giunti per l’Udienza Generale del mercoledì, al vociare festoso della piazza improvvisamente si univa il suono attutito di un primo sparo e poi un secondo. Il Papa, raggiunto da i proiettili all’altezza dell’addome, si accasciava nella vettura scoperta con cui attraversava la piazza. Improvvisamente calava il silenzio e lo sgomento della gente catturava tutti, dopo aver preso di coscienza dell’accaduto.

L’attentatore era abbastanza vicino per bene colpire il suo bersaglio: Papa Wojtyla fu colpito, ma non a morte. Fu portato immediatamente al Gemelli ed operato d’urgenza per fermare l’emorragia provocata dagli spari. L’intervento chirurgico fu delicato e complesso, ma riuscì.

L’attentato turbò molto: il papa polacco era stato eletto dopo il breve pontificato di Giovanni Paolo I. Appena 33 giorni e Papa Luciani morì improvvisamente nel suo letto.

Sicuramente la figura giovanile, sana dell’arcivescovo di Cracovia aveva avuto il suo peso nella scelta del nuovo pontefice, al secondo conclave nel giro di poco più di un mese. Ma, poi accadde l’imponderabile e l’attentato a Papa Wojtyla rischiava di far precipitare la Chiesa in profonda crisi, qualora avesse perso un altro pontefice in così poco tempo. Invece, Papa Wojtyla si salvò e si riprese rapidamente, tanto che a quattro giorni dall’attentato riuscì a registrare l’Angelus domenicale, a conforto delle migliaia di persone che, nonostante l’attentato, la domenica successiva pervennero in Piazza San Pietro.

Un ricordo personale: l’anno della sua elezione avevo appena iniziato a frequentare il catechismo e le attività della parrocchia come uno dei tanti bambini e ricordo lo scoramento e la disperazione di tutti coloro che con me frequentavano le attività della parrocchia allora tenuta dai francescani. Ricordo anche il disappunto dei ragazzi che, alla notizia dell’attentato e del grave rischio della vita, già temevano la sospensione delle trasmissioni televisive per far vedere unicamente il comignolo di San Pietro nell’attesa che uscisse la fumata bianca per l’elezione del nuovo Papa. Vi erano state appunto già due elezioni in poco tempo e in alcuni bambini prese un certo sconforto!

La tv nel 1981, compagna pomeridiana di tanti bambini, trasmetteva ancora solo i primi 2 canali della Rai e poco altro: la prospettiva di una nuova elezione gettava nello sconforto al pensiero che le trasmissioni fossero nuovamente monopolizzate dalla vista di un comignolo fumigante…

Ma, grazie a Dio, per i bambini ma, soprattutto, per il mondo intero, così non fu!

Giovanni Paolo II si salvò e si riprese. Il 3 giugno venne dimesso dall’ospedale. Vi fu anche un secondo ricovero per combattere un’infezione dovuta all’operazione subita, ed infine trascorse la convalescenza nella residenza di Castel Gandolfo.

Oggi lo ricordiamo a 40 anni – con sollievo e riconoscenza – dai giorni in cui il mondo rimase con il fiato sospeso!

Germano Baldazzi

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