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Una Europa unita dall’Atlantico agli Urali!

Papa San Giovanni Paolo II - Foto LaPresse

È la visione che San Giovanni Paolo II coltivava per l’Europa, quando ancora era divisa in due blocchi, divisa dalla Cortina di Ferro e, più materialmente, dal Muro di Berlino. Una visione che San Giovanni Paolo II aveva immaginato e che tanto ha auspicato nel corso del suo lungo pontificato.

Giovanni Paolo II era slavo, profondamente mitteleuropeo: era stato segnato dalla Seconda Guerra Mondiale e poi dalla Cortina di Ferro, ma la sua grande fede lo aveva portato a vedere, sperare, pregare e a lavorare per un futuro diverso.

Dall’elezione al pontificato nel 1978, ha effettuato numerosissimi incontri, viaggi, pellegrinaggi, preghiere, discorsi e colloqui fatti con lo scopo di minare le divisioni operate dai regimi che, all’epoca, avevano diviso l’Europa (e il Mondo) in due parti.

Nel 1982, in occasione del V Simposio del Consiglio delle Conferenze Episcopali d’Europa (CCEE), il Papa riconoscendo le gravi divisioni presenti in Europa, non dimetteva la speranza per un cambiamento:

Nonostante l’impulso verso la ricomposizione delle fratture storiche e le forze convergenti verso l’unità, linee divisorie attraversano il Continente tra Est e Ovest, Nord e Sud. La nostra riunione non ignora, ma non assume certo questi contorni, queste divisioni e queste contrapposizioni“.

Giovanni Paolo II rivolgendosi ai vescovi riuniti da ogni parte d’Europa formula una richiesta puntuale ed inedita:

“…vi impegnate collegialmente a far nascere dalla varietà delle esperienze locali e nazionali una nuova e comune civilizzazione europea”.

E proseguiva:

Dovete comunicare all’Europa d’oggi questa speranza, che è in voi. Certo, voi non volete costruire un’Europa parallela a quella esistente, ma quello che voi fate è di rivelare l’Europa a se stessa. Voi mostrate all’Europa la sua anima e la sua identità, voi offrite all’Europa la chiave di interpretazione della sua vocazione”.

Era il 1982 e l’Unione Europea era ancora lontana!

Col tempo il Papa ha approfondito il suo pensiero sull’Europa ed è giunto a sognarla come “una famiglia di popoli, ricca di molteplicità culturale e di esperienze storiche, ma, al contempo, unita in una sorta di comunanza di destini”.

Con questa visione nel cuore, Giovanni Paolo sperava che l’Europa trovasse “la consapevolezza di cui ha bisogno per partecipare ai grandi eventi ai quali è chiamata dalla storia”, anche per il futuro.

Il senso di ricordare oggi questi fatti sta nella data: oggi, 22 ottobre, la Chiesa ricorda e festeggia San Giovanni Paolo II, nella data di insediamento di Karol Wojtyla al soglio pontificio, dopo l’elezione avvenuta il 16 ottobre 1978.

Quel giorno Karol Wojtyla – Giovanni Paolo II – si presentò al mondo con la celebre frase:

Non abbiate paura! Aprite, anzi, spalancate le porte a Cristo!

Cambiando scenario, ma non del tutto… proprio oggi, Angela Merkel ha partecipato per l’ultima volta al Consiglio dell’UE, dopo ben 107 vertici consecutivi, nei 16 anni in cui è stata Cancelliera della Germania riunita. In questi anni ha guidato ed influenzato le decisioni che sono state prese, ed ha offerto un contributo essenziale per le sorti dell’Unione

Angela Merkel oggi – Foto Aska News

Al termine del Consiglio, oggi il presidente Michel ha rilevato alcune qualità della donna politica tedesca: “Curiosità scientifica e intellettuale, semplicità e sobrietà“. E rivolgendosi proprio alla Cancelliera, ha affermato:

Il tuo spirito e la tua esperienza rimarranno con noi, rimarrai una luce splendente del nostro progetto europeo“,

A quelle parole, la platea dei leaders europei presenti salutandola, ha rivolto nei suoi confronti una vera e propria standing ovation!

Ma questa è un’altra storia…

Oggi, Angela Merkel è stata salutata come la costruttrice politica di ponti, figura che forse mancava ancora all’Europa. Figura che Papa Giovanni Paolo II tanto auspicava e che è arrivata a reggere le sorti della Germania e della Ue pochi mesi dopo la sua scomparsa.

Attendiamo con fiducia una nuova figura di riferimento e di guida per il futuro dell’Europa.

Germano Baldazzi

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