“Desidero invitare tutti a vivere una giornata universale di preghiera e digiuno per il Libano, venerdì prossimo, 4 settembre. […] Invito anche i fratelli e le sorelle di altre confessioni e tradizioni religiose ad associarsi a questa iniziativa nelle modalità che riterranno più opportune, ma tutti insieme”, ha detto papa Francesco all’udienza generale di due giorni fa.
Un appello che mostra la rilevanza che si dà in Vaticano alla delicata fase storica attraversata dal piccolo stato mediorientale, in particolare dopo l’aggravarsi della crisi economica, l’esplosione nel porto di alcune settimane fa, le recenti manifestazioni popolari contro la corruzione e l’incapacità dell’élite del paese.
Davvero il Libano è stato – come aveva scritto Giovanni Paolo II nel 1989 – “un messaggio di libertà, un esempio di pluralismo tanto per l’Oriente quanto per l’Occidente”. L’augurio è continui ad esserlo nel presente e nel futuro, anche in un tempo difficile come questo.
Oggi le iniziative di raccoglimento e riflessione saranno moltissime, in Italia ed altrove. Citiamo qui l’adesione della Conferenza episcopale italiana, nonché l’appuntamento di preghiera nella basilica di S. Maria in Trastevere a Roma (ore 20), organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio con il card. Zenari, nunzio a Damasco.
Francesco De Palma
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