Si moltiplicano i segnali di attenzione del governo turco verso la minoranza cristiano siriaca. Il premier Erdogan ha invitato i siriaci turchi emigrati a far ritorno in Turchia. Il Ministro degli esteri Ahmet Davutoglu ha più volte espresso la sua disponibilità a aiutare i cristiani siriaci coinvolti dalla guerra civile siriana e anche il Presidente Gul ha lanciato segnali nella stessa direzione. Le autorità turche hanno predisposto a Mydiat (da secoli centro di un’enclave cristiano-siriaca nella provincia di Mardin) un campo-profughi riservato ai cristiani siriaci, in grado di ospitare 4mila rifugiati.
Dall’inizio della crisi in Siria, la Chiesa siro-ortodossa vive un tempo molto difficile. A questa antica comunità cristiana appartiene il Metropolita di Aleppo Mar Gregorios Yohanna Ibrahim, rapito da ignoti sequestratori più di sue settimane fa insieme al metropolita greco-ortodosso di Aleppo Boulos al-Yazigi. Un rapimento che rappresenta una preoccupante conferma della violenza che sta mettendo a dura prova il popolo siriano.
Secondo l’agenzia di stampa Fides, il governo turco sta valutando di concedere la cittadinanza a tutti i siriani della comunità cristiana di rito siro che sono o siano stati imparentati con cittadini turchi e che ora si trovano in condizioni di emergenza a causa della guerra. In altre parole, la Turchia potrebbe proporsi come nuova patria per i tanti cristiani siri che ora vivono in Siria (ma anche in Europa), i cui avi vivevano in territorio turco.
Filippo Sbrana
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