De Carvalho, classe
1953, è stato da sempre molto impegnato sul fronte culturale e sociale.
Giornalista, editore e fotografo dal 1985 si è dedicato anche al cinema come
regista, per lo più di documentari che descrivessero le difficili condizioni di
vita del suo paese. Particolarmente impegnato sul fronte della lotta all’HIV/AIDS
e della violenza domestica, due flagelli che colpiscono molto duramente il
Mozambico, de Carvalho ha voluto dedicare il suo ultimo sforzo cinematografico,
ad un’opera che raccontasse il lungo processo che ha portato il suo paese alla
pace.
In particolar modo il
film mette in evidenza proprio il ruolo fondamentale che la Comunità romana ha svolto nel processo di pace fin dal 1980, anche attraverso
l’invio di aiuti umanitari, grazie ai rapporti costruiti sia con gli esponenti del FRELIMO (Frente de
Libertação de Moçambique) che con quelli dei ribelli della RENAMO (Resistencia
Nacional de Moçambique). Proprio grazie ai contatti della Comunità di Sant’Egidio-
secondo lo stesso de Carvlho – che alla fine si è riuscito ad arrivare ad una
riconciliazione delle parti.
In conclusione, la storia
magistralmente descritta da De Carvlho in “Caminhos
da Paz”, racconta uno dei rari esempi di un conflitto africano risolto attraverso
una via diplomatica e non imposta con le armi. Pace che dopo ventidue anni ancora
porta i suoi frutti.
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