Contestualmente alle
ricorrenze per il 25° anniversario dalla caduta del Muro di Berlino (su cui si
può leggere un interessante articolo di questa redazione QUI), in Catalogna veniva sentenziato,
dall’80% dei più di 2 milioni di votanti, il desiderio di secessione dalla
Spagna.
Anche se il referendum del
9-N, come lo chiamano in Spagna, era stato dichiarato illegale dalla Consulta di Madrid,
il dato in sé, al di là degli sterili commenti da ambo le parti, rimane
comunque molto significativo. Un dato che mette in mostra una contro tendenza
sempre più marcata all’idea di unificazione dell’Unione Europea. I catalani in
Spagna, la Lega Nord in Italia, gli scozzesi nel Regno Unito ed il movimento separatista
fiammingo in Belgio, sono solo gli esempi più eclatanti di questa corrente che
sta percorrendo tutto il vecchio continente.
Tutta questa incertezza,
provocata da una risposta lenta ed inadeguata dei governi, genera solo paura
che si riversa in un senso di chiusura e di secessione. Si pensa che il mancato
benessere economico sia sempre e solo colpa “dell’altro” e quindi si tende a
trovare capri espiatori nel vano tentativo di trovare serenità. Allora il responsabile
dei proprio mali diventa l’euro, lo straniero e persino il proprio stato, che
non sembra rispondere a pieno alle proprie necessità.
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