Voglia di ruspa anche lontano dal Bel Paese?
Sembra che il Kenya voglia chiudere uno dei più grandi campi profughi al mondo – il più grande se in un ipotetico censimento dovesse battere quello enorme, al confine tra Siria a Giordania -.
Il campo di cui si parla è quello di Dadaab, una tendopoli/baraccopoli di oltre 300000 abitanti, sorta nella vasta area desolata appena entro i confini kenyoti, alimentatosi negli anni a causa dell’afflusso di profughi da quella che un tempo era la Somalia e che oggi è un failed state in mano a clan in perenne combattimento tra di loro.
Il governo kenyota parla di sicurezza nazionale, rivendica di aver fatto tanto per anni, ma di non poter continuare più a lungo a ospitare così tanti rifugiati.
Sul proposito del Kenya aleggia ovviamente la domanda “Come fare?”. Come fare tecnicamente a espellere centinaia di migliaia di persone? Come fare da un punto di vista mediatico a rimandare oltreconfine un popolo di bambini (più o meno la metà del totale degli ospiti di Dadaab)?
La vicenda, in ogni caso, ricorda a noi occidentali, più o meno distratti, che la maggior parte dei profughi è ospitata nei paesi del Sud del mondo, che da noi arrivano solo le avanguardie più fortunate. E forse anche che i problemi andrebbe affrontati curandone le cause – fermando le guerre, componendo i dissidi tra le parti, favorendo lo sviluppo – e non prendendosela con gli effetti.
Francesco De Palma
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