La preghiera di Assisi si svolge a 30 anni di distanza da quella convocata nel 1986 da Giovanni Paolo II. In quel freddo pomeriggio di ottobre il mondo era ancora diviso in due blocchi insieme ideologici e militari. Incombeva la minaccia dell’olocausto nucleare. Oggi il pianeta è più diviso e più confuso, non ci sono due superpotenze, viviamo piuttosto il nuovo disordine mondiale. I cuori sono scossi dalla paura e dal disorientamento. Giovanni Paolo II colse profeticamente quanto le religioni (che allora sembravano essere ininfluenti) potessero invece liberare energie di pace. Papa Francesco lavora perché le fedi (che oggi qualcuno vede destinate a scontrarsi) siano artefici di unità e di pace.
Aggiunge Andrea Riccardi, che di Sant’Egidio è stato il fondatore: “Gli incontri ‘Uomini e religioni’ non sono convegni di specialisti del dialogo, dove va in scena un politically correct lontano dai problemi e dalla storia. L’idea di Assisi è: Non più gli uni contro gli altri, ma gli uni accanto agli altri. In un mondo come il nostro, segnato da guerre e terrorismo, ai credenti delle diverse religioni lo ‘Spirito di Assisi’ suggerisce che solo la pace è santa e che la guerra nel nome della religione è in realtà una guerra contro la religione. Il mondo ha “sete di pace”, come abbiamo intitolato l’incontro di quest’anno, e dalla preghiera dei credenti nelle diverse religioni si possono sprigionare nuove energie di pace”.
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