Si riportano alcuni passaggi dell’intervista concessa sul tema del rapporto con le periferie dallo storico della Chiesa e fondatore della Comunità di Sant’Egidio Andrea Riccardi a Marie Lemonnier, “bibliobs.nouvelobs.com”, nella traduzione di www.finesettimana.org.
“Oggi qual è il rischio? Quello del nazional-cattolicesimo. […] In questo periodo “trumpista”, sono più che mai a favore di Francesco. […] Nel secolo scorso le periferie erano abitate ancora da molte presenze […], attraverso le quali si poteva esprimere il proprio animo, il dramma, la rabbia. Ora questi spazi sono dei deserti: lo Stato se ne è allontanato, il Partito Comunista è morto. Le persone sono sole; alcune esprimono la loro rivolta nel voto populista o nel fondamentalismo. Questo è il pericolo. Di conseguenza bisogna ritessere il tessuto umano della periferia, invece di ritirarsi nella propria bolla e tendere ad un nazionalismo di reazione alla globalizzazione. La vera sconfitta della Chiesa, a questo riguardo, è stata la rinuncia a lottare di fronte alla cosiddetta secolarizzazione, è stata la scelta di comportarsi come una minoranza identitaria. Ma perdere il rapporto con i poveri, per la Chiesa, significa perdere una parte di sé. […] Francesco non ha spirito di conquista egemonica, ma vuole essere ‘nella mischia’. È un uomo con una visione. Non cogliere la chance che rappresenta significherebbe perdere il treno della storia”.
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