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“Il bene sta in questa torsione verso l’altro, nell’agire che abbandona ogni interesse e tornaconto”: Donatella Di Cesare sul “Corriere”

Si riportano alcuni passaggi dell’articolo che Donatella Di Cesare, docente di filosofia e filosofa, studiosa che ha affrontato i temi del linguaggio, della Shoah, della globalizzazione, ha scritto per il “Corriere della Sera” del 1° gennaio scorso.

“Dopo la fine delle ideologie fiorisce ovunque l’ideologia del confort […]. Nel mondo occidentale, e in quello occidentalizzato, si è andato costruendo un sistema di confort, una grande sfera chiusa all’interno della quale vivono, volutamente ignari di quel che accade fuori, i cittadini dei paesi capitalistici vecchi e nuovi. Oltre i confini di questa sfera ci sono i suburbi planetari dello sconforto, lo sterminato hinterland della desolazione.
[…] Ma l’ideologia del confort ha anche prodotto un nuovo tipo di essere umano: lo scontento soddisfatto. È il cittadino della vecchia Europa, soddisfatto di vivere nella sfera chiusa del confort, ma pur sempre scontento, e in qualche modo anche risentito […]. Soddisfatti insoddisfatti, contenti scontenti: questa è la nostra condizione paradossale […]. Nell’età in cui doveri e obblighi sono stati depennati, la ricerca della vita buona […] si compendia nella norma che impone lo scambio e sconsiglia ciò che va oltre, il dono, la generosità, la gratuità.

Ma il Bene non è quel piccolo, meschino bene del mio ben-essere, del mio confort. […] L’io non è solo cura di sé; si costituisce facendosi carico dell’altro, si realizza nella responsabilità che prende su di sé. Il bene sta in questa torsione verso l’altro, nell’agire che abbandona ogni per me, ogni interesse e tornaconto. Nessuno è buono volontariamente. Il Bene non è una libera scelta; al contrario è il principio della mia libertà”.

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