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Il tempo del dialogo, 500 anni dopo …

Ci celebra quest’anno l’anniversario dell’inizio della Riforma operata da Martin Lutero, che porterà alla separazione dalla Chiesa di Roma.

Per tradizione, si fa risalire l’inizio con la data in cui il monaco agostiniano fece affiggere un lungo documento contenenti le 95 tesi sulla Riforma che la Chiesa doveva operare, sul portone della chiesa nel castello di Wittenberg.
Nelle intenzioni del monaco vi era un profondo desiderio di una riforma evangelica della Chiesa, basata sulla Scrittura. Infatti, fino a quel momento la lettura della Bibbia era ad esclusivo appannaggio degli ecclesiastici. Era scritta in latino e Lutero volle renderla fruibile a tutti i cristiani, traducendo per la prima volta in tedesco tutto il testo delle Scritture sacre.
Il grosso impatto della rivoluzione luterana fu favorita dall’invenzione della stampa. Infatti in circa un decennio la Bibbia fu pubblicata circa in 30 edizioni diverse e con il doppio di ristampe.
Nei secoli, la Riforma ha conquistato il suo spazio, ha incontrato e unito a sé tanti fedeli, ha evangelizzato e comunicato molto le Scritture.
Nel Novecento, in particolare negli anni seguenti al Concilio Vaticano II ci furono tentativi di riavvicinamento tra la chiesa cattolica e quella luterana. Ma già nella redazione del documento conciliare “Unitatis Redintegrazio”, si sottolinea che uno dei principali intenti del Concilio, sia quello di “promuovere il ristabilimento dell’unità fra tutti i cristiani”.
In seguito, nel 1963, Paolo VI, pronunciò la “richiesta di perdono ai fratelli separati”. Fino ad arrivare al discorso di Giovanni Paolo II nel 1983, in occasione dei 500 anni dalla nascita di Lutero, quando disse riferendosi in maniera profetica verso il monaco agostiniano: “… ha contribuito in modo sostanziale al radicale cambiamento della realtà secolare”.
Papa Francesco, in un processo di rilettura della riforma protestante ha recepito e reintrodotto nella Chiesa cattolica questo termine, parlando della necessità di una “riforma di tutta la Chiesa, dal papato ad ogni singolo battezzato”. Un cammino, questo, che assume un forte significato ecumenico e di riconciliazione.
In questo solco, si inserisce anche l’incontro annuale di Preghiera per la Pace tra le diverse religioni e i cristiani di ogni denominazione che, proprio in occasione dei 500 anni dalla Riforma, in settembre ha fatto tappa nelle città tedesche di Muenster ed Osnabrueck.
A Muenster Andrea Riccardi, introducendo l’incontro “Paths of Peace”, ha affermato: “Il nostro mondo, in pochi anni, è tanto cambiato (…). Egemonie consolidate scomparivano e s’inaugurava la nuova era globale. Eppure qualcosa è mancato. Accanto al gigante dell’economia globalizzata, c’era un’unificazione spirituale da compiere”.
Ha poi aggiunto: “L’unificazione spirituale non vuol dire omologazione o uniformità. Ma un grande e profondo movimento di dialogo spirituale e interreligioso che renda amici, benché diversi. Così spesso è avvenuta una globalizzazione senz’anima, all’insegna della marcata mentalità materialista dell’economia”.
Germano Baldazzi

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