Categorie: FATTI

“Francamente razzisti!”: un invito di ottant’anni fa …

80 anni fa, 15 luglio 1938, veniva pubblicato sul “Giornale d’Italia”, col titolo “Il fascismo e i problemi della razza”, il “Manifesto degli scienziati razzisti”, redatto il giorno prima, nell’anniversario della presa della Bastiglia: un documento che avrebbe anticipato di poche settimane – e giustificato – la promulgazione della legislazione razziale fascista (settembre-ottobre 1938).

Firmato da alcuni dei principali scienziati italiani di allora – e ad alcuni di essi, purtroppo, sono ancora dedicate piazze e strade, almeno qui a Roma – , il “Manifesto”, pur così pieno di assurdità – “La popolazione dell’Italia attuale è nella maggioranza di origine ariana”; “È una leggenda l’apporto di masse ingenti di uomini in tempi storici”; “Sono perciò da considerarsi pericolose le teorie che sostengono l’origine africana di alcuni popoli europei”; “Gli ebrei rappresentano l’unica popolazione che non si è mai assimilata in Italia” – avrebbe finito per giustificare l’azione discriminatoria del Regime, che in tal modo si sarebbe pienamente accodato pienamente all’ideologia razzista del nuovo alleato, Hitler, e a quello che sembrava lo spirito (la Weltanschauung) del tempo.
Nel testo colpisce, a mio parere, non soltanto la pseudoscientificità delle tesi, oggi facilmente smontabiie da chi conosca un po’ di storia e di etnologia, quanto lo sconfinamento nella servile propaganda; quell’alzare la palla al Regime perché la schiacciasse sugli ebrei o sui sudditi dell’“Impero”: “È tempo che gli Italiani si proclamino francamente razzisti”; “Questo vuol dire elevare l’Italiano ad un ideale di superiore coscienza di se stesso e di maggiore responsabilità”. Tranquilli professori di una media potenza tradivano quella stessa responsabilità di cui parlavano, abdicavano a ogni onestà intellettuale e – banali nel male come nel livello delle loro argomentazioni – preparavano la strada alla barbarie che sarebbe venuta.
Le parole sono pietre, si dice. Non è un’esagerazione.

Francesco De Palma

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