I pennacchi sgargianti dei carabinieri, come quelli evocati nelle strofe di Bocca di rosa di Fabrizio de Andrè, hanno svolto sabato scorso a Bologna – per chi c’era – una importantissima funzione: quella di indicare alla folla straripante, che pigiava da ogni dove per vederlo e salutarlo, dove si trovasse esattamente il nuovo arcivescovo Matteo Zuppi, che pure di suo è piuttosto alto.
In mattinata, riferiscone le cronache, aveva scherzato con alcuni ragazzi di Boccadirio: «Su, fate un canto, quello che vi piace di
più… Non ditemi Vasco Rossi, eh? Ma forse Vasco non lo conoscete,
piace di più a quelli della mia generazione».
Infine, ieri, il “ciclone” don Matteo – così lo ha definito un quotidiano – ha confessato di voler incontrare e conoscere un amato artista bolognese che porta il nome di
Francesco Guccini. «La
sua canzone che amo di più è Il pensionato – riferisce il Corriere di Bologna – . Sì forse è un po’ amara,
ma quanto è bella. Soprattutto un passaggio: “Non posso, non so dir
per niente se peggiore sia, a conti fatti, la sua solitudine o la mia”».
Paolo Sassi
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