Categorie: FATTI

Se si parlasse meno in nome delle “classi popolari” e si guardasse di più alla realtà …

Un tratto di un certo dibattito – in particolare di quello cui si prestano alcuni politici e alcuni giornalisti – è l’appello al “popolo”, ai “ceti popolari”, ai “poveri” (purché italiani, è ovvio).
Ieri sul “Corriere” anche Aldo Cazzullo ha voluto difendersi dal cortese rimprovero di un lettore che gli segnalava come il suo “intervento critico verso Starbucks, dove si chiede[va] quanti dei 350 posti di lavoro annunciati [sarebbero andati] a giovani italiani e quanti a giovani immigrati”, non fosse da lui, rivendicando il suo “scivolone”; segnalando anzi come “il prezzo dell’immigrazione lo [stessero] pagando le classi popolari”, e che l’arrivo di migliaia di filippine, etc. avesse messo “fuori mercato intere categorie di lavoratori italiani: ieri le badanti o le colf; oggi molti lavoratori manuali; domani gli altri”.
Ci si permetta di dubitare dell’esistenza di così tante badanti italiane. Come pure di chi parla a nome di categorie così ampie – cui peraltro non si appartiene – come “le classi popolari”.
Quel di cui si può essere certi, invece, è che centinaia di migliaia di anziani nel nostro Paese, e le loro famiglie, indifferentemente dalla classe sociale cui appartengono, e tutti sicuramente, in un modo o nell’altro, in stato di bisogno, sono ben lieti e liete di avere qualcuno che si occupa di loro.

Sì, l’immigrazione è anche una risorsa. Questa non è una “concezione irenica dell’immigrazione”, come lamenta il giornalista, è piuttosto quel sano realismo di cui si avrebbe bisogno e che il populismo urlato rischia di far passare in secondo piano.

Francesco De Palma

Posts recenti

Una Europa unita dall’Atlantico agli Urali!

È la visione che San Giovanni Paolo II coltivava per l’Europa, quando ancora era divisa…

3 anni fa

Il lato ambiguo di un referendum

Su “Avvenire” una serie di articoli ha recentemente approfondito le implicazioni del quesito referendario promosso…

3 anni fa

“Nella polvere”

“Nella polvere”, di Lawrence Osborne, appena edito da Adelphi, è ambientato in Marocco, alle estreme…

3 anni fa

“Questi sono i nomi”

“Questi sono i nomi” è la traduzione italiana dell’incipit del libro biblico dell’Esodo, è l’intestazione…

3 anni fa

“Il piantagrane”

La breve biografia di Benjamin Lay, opera di Marcus Rediker, storico e docente all’Università di…

3 anni fa

Il Libano, un messaggio nella notte …

Di fronte alla drammatica crisi - economica, sanitaria, politica e sociale - che sta colpendo…

3 anni fa