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“L’unità europea è iniziata come il sogno di pochi ed è diventata la speranza di molti”

Una nostra vecchia e cara amica, l’Europa, ha recentemente compiuto 60 anni. Non se li porta male, checché se ne dica. Anzi. Ha garantito pace e benessere ai suoi figli; anche se alcuni di questi – come sempre accade in famiglia – non sono contenti; anche se uno di loro ha voluto andarsene dalla casa comune. Ma dovremmo essere contenti di averla accanto. Ha vinto un Premio Nobel per la Pace (2012). Ha insegnato e continua ad insegnare tanto ai vicini del nostro villaggio globale. Dove non troveremo nulla di paragonabile al suo abbraccio.
Si riportano alcuni passaggi della dichiarazione di Roma (25 marzo scorso), che ha inteso celebrare un compleanno così importante:

“Noi, i leader dei 27 Stati membri e delle istituzioni dell’UE, siamo orgogliosi dei risultati raggiunti dall’Unione Europea: la costruzione dell’unità europea è un’impresa coraggiosa e lungimirante. 60 anni fa, superando la tragedia di due conflitti mondiali, abbiamo deciso di unirci e di ricostruire il continente dalle sue ceneri. Abbiamo creato un’Unione unica, dotata di istituzioni comuni e di forti valori, una comunità di pace, libertà, democrazia, fondata sui diritti umani e lo stato di diritto, una grande potenza economica che può vantare livelli senza pari di protezione sociale e welfare. L’unità europea è iniziata come il sogno di pochi ed è diventata la speranza di molti. […] Oggi siamo uniti e più forti: centinaia di milioni di persone in tutta Europa godono dei vantaggi di vivere in un’Unione allargata che ha superato le antiche divisioni […].

In questi tempi di cambiamenti […] ci impegniamo ad adoperarci per realizzare:
1. Un’Europa sicura: […].
2. Un’Europa prospera e sostenibile: […].
3. Un’Europa sociale: […].
4. Un’Europa più forte sulla scena mondiale […].

Perseguiremo questi obiettivi, fermi nella convinzione che il futuro dell’Europa è nelle nostre mani […]. Ci siamo uniti per un buon fine. L’Europa è il nostro futuro comune”.

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