FATTI

duplicazionitraduzionitrasformazioni, prima di una serie di mostre monografiche dei laboratori d’arte sperimentale della Comunità di Sant’Egidio

La mostra che si apre mercoledì 21 novembre alle ore 17.00 al Museo di Roma in Trastevere è una buona notizia per le persone con disabilità. Si tratta di una esposizione monografica di Marianna Caprioletti dal titolo duplicazionitraduzionitrasformazioni nella quale saranno esposte più di 60 opere della giovane artista romana,che vanno dall’inizio degli anni ’90 fino ad oggi, e che è stata curata dall’artista italo brasiliano Cèsar Meneghetti, coadiuvato da un comitato scientifico di cui fanno parte Simonetta Lux e Alessandro Zuccari.

Per la prima volta uno dei protagonisti dei Laboratori sperimentali di arte della Comunità di Sant’Egidio realizza una personale: si tratta di un ulteriore segnale della maturità del percorso di queste botteghe di artisti che arriva esattamente un anno dopo l’esposizione presso il palazzo del Quirinale, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.

Quella dei Laboratori è – così come è stata felicemente definita da Simonetta Lux, ordinario di Storia dell’Arte Contemporanea alla Sapienza Università di Roma e fondatrice del Museo Laboratorio di Arte Contemporanea (MLAC) – una “grande specie di opera d’arte relazionale […] all’interno della quale si materializzano opere d’arte individuali a loro volta relazionate con processi di conoscenza e giudizio su se stessi e sul mondo”. Parafrasando questa espressione si potrebbe dire che lo stare insieme di persone disabilità e non all’interno dei laboratori e della Comunità di Sant’Egidio è esso stesso un’opera d’arte.
In questo senso, all’interno di questo movimento, che è relazionale e collettivo, emergono alcuni autori che si presentano al mondo dell’arte quasi come dei portavoce. Quella di Marianna Caprioletti è solo la prima di una serie di mostre monografiche degli autori più interessanti dei laboratori.

Nella prima analisi della sua opera – fatta nel volume Con l’arte da disabile a persona – Simonetta Lux ha scritto che “di Marianna Caprioletti non sappiamo veramente nulla: in lei la sindrome di Pendred si esplica a fondo […], i tentativi di strapparle qualche forma di comunicazione frequentando per dieci anni una scuola per sordi […] sono quasi del tutto falliti”. Per Marianna Caprioletti l’arte è la via primaria di comunicazione. Si potrebbe quasi dire che per Marianna l’arte è una necessità. Ma, ammirando le opere che saranno esposte, ci si rende conto in maniera chiara di una capacità di analisi  della realtà articolata e che apre a prospettive interpretative nuove. Come ha scritto César Meneghetti, che ha curato la mostra, Caprioletti “si è costruita un linguaggio proprio ed affascinante, di grande forza espressiva” attraverso il quale “è possibile produrre spazi, visioni e logiche alternative per costruire nuovi contesti, cercando là dove molti credono di non di trovare nulla, nemmeno il pensiero.”

Nelle opere di Marianna Caprioletti si palesa in maniera evidente quanto detto dal presidente della Comunità di Sant’Egidio, Marco Impagliazzo, in occasione di una delle mostre delle opere provenienti dai laboratori: “laddove non sembrava esserci spazio per una comunicazione diretta, libera e profonda ecco che gli autori […] delle immagini che vediamo in questa esposizione, attraverso canali comunicativi non abituali e tecniche e materiali diversi, manifestano la forza e la complessità di un pensiero sul mondo di oggi che ci colpisce in profondità.”

Nella stessa direzione vanno le parole di Alessandro Zuccari, ordinario di Storia dell’Arte Moderna alla Sapienza Università di Roma,  che evidenzia la capacità di Marianna Caprioletti di guardare dentro ai personaggi che ritrae o riproduce: “Con spiccato acume critico, Marianna Caprioletti sin dalla scuola media ha scelto come paradigmi della sua produzione grafica alcuni grandi pittori (dai maestri italiani del Rinascimento a Chagall, a Picasso), per riformularne le opere in una chiave di de-formata e fine introspezione.”

mariannacaprioletti
DUPLICAZIONITRADUZIONITRASFORMAZIONI
22 novembre – 9 dicembre 2012, Museo di Roma in Trastevere
Orario: da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 20.00
Mercoledì 21 Novembre alle ore 17 presso il Museo di Roma in Trastevere verrà inaugurata la mostra DUPLICAZIONI, TRADUZIONI, TRASFORMAZIONI di Marianna Caprioletti
A cura di César Meneghetti 
Comitato scientifico Simonetta Lux e Alessandro Zuccari

Marianna Caprioletti è nata a Roma nel 1976.
Intorno ai due anni le viene  diagnosticata  la sindrome di Pendred, una malattia genetica che le impedisce l’udito  e la comunicazione verbale.
Inizia a dipingere da giovanissima ritraendo i compagni dell’istituto per sordi dove passa gran parte della sua infanzia.
Nei Laboratori d’arte sperimentale della Comunità di Sant’Egidio, che frequenta dalla metà degli anni ‘90, affina il suo innato talento e si confronta con i grandi maestri della storia dell’arte elaborando la sua personalissima cifra stilistica.
Sue opere sono state esposte presso il Parlamento Europeo di Strasburgo (2003) ed il Palazzo del Quirinale (2008 e 2011).
Un suo primo profilo artistico è stato tracciato da Simonetta Lux e Alessandro Zuccari nel volume “Con l’arte da disabile a persona” (2007)



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