FATTI

Mozambico, 20 anni di pace. L’intervento di Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio al workshop della Farnesina

Una guerra sanguinosa, un milione di morti. Il Mozambico celebra quest’anno i 20 anni da quegli “accordi di Roma” che misero fine ad un conflitto che durava da 15 anni e furono l’inizio di un processo di rinnovamento democratico e di sviluppo. Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio, in un workshop internazionale alla Farnesina, dal titolo ‘Promuovere la pace e la sicurezza in Africa, la lezione appresa dal Mozambico’, ha ricordato la particolarità di quel processo di pace e di quell’accordo sviluppatosi proprio all’interno del ex-monastero in Trastevere, sede della Comunità: “Una rara miscela di cooperazione tra uno Stato, l’Italia, che aveva un grande prestigio in Mozambico e attori non governativi” . Quindici anni di guerra davano l’impressione di una situazione impossibile da cambiare, eppure, lo ha sottolineato Impagliazzo, ” il felice esito della vicenda delle trattative di Roma ci consegna un messaggio semplice e profondo allo stesso tempo: la pace è possibile”. Secondo il presidente della Comunità di Sant’Egidio la vicenda della pace in Mozambico ”è un esempio felice di come sia sempre possibile operare il passaggio dalla lotta armata” a quella del confronto politico. In altre parole ”da nemici ad avversari politici”. Un anniversario importante che è molto opportuno ricordare nel nostro paese. L’Italia infatti ha giocato un ruolo importante  in questo processo di pace e in questa vicenda può riscoprire, secondo Marco Impagliazzo ”una vocazione, quella di un paese non percepito come invasivo o indifferente, ma che può fare la differenza coniugando la tradizione democratica europea con le sue eccellenze di pace e di dialogo”. Un processo di pace particolare, una mediazione “atipica per la diplomazia internazionale” come fu riconosciuto dall’allora segretario dell’Onu Boutros Boutros-Ghali che la definì “una miscela, unica nel suo genere, di attivita’ pacificatrice governativa e non”. Nei locali della Comunità di Trastevere, la trattativa fu portata avanti da quattro mediatori ufficiali: monsignor Jaime Goncalves per la chiesa mozambicana, Andrea Riccardi e Matteo Zuppi per Sant’Egidio e l’ex sottosegretario agli Esteri Mario Raffaelli. Impagliazzo ha reso un tributo alla azione fondamentale dell’allora ambasciatore italiano a Maputo Manfredo Incisa di Camerana, dell’inviato speciale dell’Onu Aldo Ajello e del personale diplomatico del ministero degli Esteri, in particolare l’ambasciatore Maurizio Melani. Poi finalmente, dopo una paziente mediazione, fu trovato l’accordo: Impagliazzo ha ricordato come, quella domenica del 4 ottobre 1992, Afonso Dhlakama, capo della guerriglia antigovernativa della Renamo, da Roma ”ordinò in diretta ai suoi uomini di deporre le armi” e come i discorsi pronunciati alla Farnesina in quel giorno della firma dell’accordo di pace ”furono ascoltati in diretta radiofonica in tutto il Mozambico”.

Marco Peroni
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