L’Islam che disconosce il califfato dell’Isis
In queste settimane una dura condanna verso il califfato dell’ISIS si sta alzando da molti ambienti Islamici cosiddetti “moderati”. Una condanna che, a discapito di quanto si è letto troppo spesso in questi mesi sui giornali, mostra un islam tutt’altro che violento. A rafforzare questa voce moderata è stata la lettera, sottoscritta da 120 Ulema sunniti, indirizzata proprio al capo spirituale e politico dell’Isis; il Califfo Abu Bakr al Baghdadi. Ma non solo, a sostegno di quanto le azioni dell’Isis non rispecchino il vero pensiero religioso dell’Islam, vi sono le numerose prese di posizioni delle comunità islamiche europee. Come la forte reazione degli Imam del Regno Unito che hanno emesso una ‘fatwa’ (editto religioso) contro i jihadisti britannici dell’Isis definendoli “eretici”, impedendo ai giovani mussulmani di arruolarsi per andare a combattere nelle file dell’Isis. Oppure come le mobilitazioni delle comunità islamiche della Francia, dell’Italia e di altri paesi del mondo, che hanno organizzato manifestazioni di piazza per sottolineare la loro estraneità e lontananza dagli atti terroristici perpetrati dall’Isis (Aleteia “Il mondo islamico insorge contro l’Isis” 2 settembre 2014 – ndr), per non parlare, poi, della dura lettera del 19 agosto, dello sceicco Abdulaziz Al ash-Sheikh, in cui ha definito sia l’Isis sia al Qaeda «nemici numero uno dell’Islam» e non appartenenti in alcun modo alla fede comune (Popoli “Le voci dell’islam contro l’estremismo” – 1 settembre 2014 – ndr).
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