FATTI

Giovani e alcol, come promuovere una cultura della salute

Il rapporto fra i giovani e l’alcol desta sempre più preoccupazione in Italia, dove si va abbassando l’età del primo assaggio. Lo confermano i dati presentati oggi a Roma durante la giornata di studio “Giovani, alcol e comportamenti a rischio. Come promuovere una cultura della salute”, organizzata dall’Osservatorio Permanente sui Giovani e l’Alcool insieme al Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale dell’Università La Sapienza. I dati provengono da due ricerche, la prima svolta a livello nazionale su un campione di 2000 tredicenni dall’Osservatorio e la SIMA; la seconda su “Alcol e Giovani tra stili di vita e costruzione sociale” realizzata da un gruppo di ricerca del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale dell’Università La Sapienza su un campione di studenti di alcune scuole di Roma e provincia.
Tra i 12 e i 14 anni il 90,4% degli adolescenti, particolarmente fra i maschi, hanno già assaggiato l’alcol e la loro precoce esperienza è spesso avvenuta in famiglia, durante un innocuo pasto a casa o al ristorante, o in un’occasione speciale come un matrimonio, o in un compleanno. Quasi sempre un “alcolpops” (53,5%) o una birra, ma anche vino e persino superalcolici (21,1%). Un debutto alcolico precoce, che al Nord-Est si abbassa per il 29,5% addirittura tra i 6 e i 10 anni.
Purtroppo non sempre ci si limita ad il solo assaggio, infatti ben il 22,15% dei 12-14enni ha già provato l’esperienza di una ubriacatura almeno una volta. Il fenomeno desta molta preoccupazione data l’età del campione. L’eccesso ha toccato molti giovani fin dalle fasi iniziali dell’adolescenza. Prendendo in considerazione i rispondenti tra chi ha provato l’alcol, la percentuale di chi si ubriacato sale al 24,4% e, tra questi, per il 62,4% è stata un’esperienza casuale mentre per il 32,9% si è trattato di un’esperienza voluta. Nelle aree metropolitane il fenomeno è più accentuato che altrove (30,3%). Una lieve differenziazione nell’abuso si registra tra maschi e femmine rispettivamente al 26,5% i primi e il 22,3% le seconde.
Se i bevitori adolescenti sono occasionali nel 53,6% dei casi, purtroppo la ricerca ha registrato un 23,1% di bevitori abituali: in genere maschi, che vivono nelle aree metropolitane del Centronord. Si comincia con gli amici nel 52,9% dei casi e lo si fa soprattutto per divertirsi (59%), ma anche per adeguarsi al gruppo (45,1%) e infine per ‘sballare’ (36%).
I ricercatori sottolineano come sia troppo facile per gli adolescenti procurarsi bevande alcoliche e che l’iniziazione nel 73% dei casi avviene in famiglia (59% con mamma e papà,14% insieme ad altri parenti). Il 18,3% dei partecipanti ha invece avuto la prima esperienza di consumo con amici coetanei (11,4%) o più grandi (6,9%), con una leggera prevalenza delle femmine (20,5%). Sul fronte delle sensazioni associate al primo assaggio quasi la metà del campione (46,5%) risponde di non aver provato nulla di particolare. Circa il gusto i pareri si equivalgono con un 25,4% che dichiara di aver apprezzato il sapore e un 23,6% per i quale l’effetto è risultato sgradevole.
Nel corso della giornata di studi odierna prenderanno parte, fra gli altri: Gustavo Pietropolli Charmet – Cooperativa il Minotauro di Milano, Michele Contel – Vice Presidente Osservatorio Giovani e Alcool, Silvano Bertelloni, Università di Pisa, Fabrizio Martire e Isabella Mingo – Sapienza Università di Roma.
Nella tavola rotonda di oggi pomeriggio, coordinata da Franca Faccioli – Sapienza Università di Roma, studiosi ed esperti si confronteranno sul tema “Parlare di adolescenti, comunicare le scelte di salute”. Interverranno : Carlo Buzzi – Università di Trento, Michaela Liuccio – Sapienza Unviersità di Roma, Antonio Maturo – Università di Bologna, Simona Pichini – Istituto Superiore di Sanità, Maurizio Tucci – Laboratorio Adolescenza Milano, e Marida Lombardo Pijola giornalista de Il Messaggero, esperta di problemi dell’adolescenza.

Marco Peroni
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