Appello dei Vescovi dell’Africa australe per la pace in Mozambico
La situazione politica del Mozambico continua a destare preoccupazioni. Dall’episcopato un appello alla pacificazione. Ne parla l’Agenzia Fides
Cauta
apertura del governo mozambicano alla richiesta della RENAMO (Resistenza
Nazionale del Mozambico) di coinvolgere osservatori nazionali nel dialogo per
risolvere la grave crisi che ha visto l’esercito nazionale attaccare il 21
ottobre il quartiere generale dell’ex movimento di guerriglia nelle foreste di
Sadjunjira, nella provincia centrale di Sofala. Il leader della RENAMO, Afonso
Dhlakama, è riuscito a sfuggire alla cattura e si nasconde in un luogo imprecisato.
Da allora, in attacchi commessi dagli uomini della RENAMO a istituzioni del
governo e lungo le vie di comunicazione, decine di persone hanno perso la vita.
José Pacheco, Ministro dell’Agricoltura e capo della commissione governativa
per il dialogo con il maggior partito di opposizione, ha affermato che il
governo è pronto a riconoscere la partecipazione nelle discussioni con la
RENAMO di Lourenco do Rosario, Rettore dell’Università privata “A Politecnica”,
e di Mons. Dinis Sengulane, Vescovo anglicano di Lebombo, ma ha respinto
l’ipotesi di coinvolgere mediatori stranieri, affermando che “gli affari
interni possiamo risolverli noi mozambicani”.
Nel frattempo nelle elezioni amministrative boicottate dalla RENAMO, il partito
al governo, il FRELIMO, è stato riconfermato alla guida dell’amministrazione
della capitale Maputo.
La grave crisi mozambicana è stata ricordata dall’Assemblea dell’IMBISA
(Associazione Interregionale dei Vescovi dell’Africa Australe), l’organismo che
riunisce i Vescovi di Angola, Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sao Tomé e
Principe, Sudafrica, Swaziland e Zimbabwe, che si è tenuta a metà novembre a
Gaborone (Botswana). “Seguiamo con preoccupazione- afferma il messaggio
dell’IMBISA- quanto sta accadendo in Mozambico negli ultimi tempi. Sembra che
le armi si stanno sostituendo, portando sofferenza e morte, al dialogo e alla
collaborazione di tutti per il consolidamento della pace”.
Facendo riferimento agli accordi di pace del 1992, che hanno messo fine ad una
guerra di 17 anni, il messaggio sottolinea che “il Mozambico e i sui leader
sono portati come esempio su come porre fine a una lunga guerra attraverso il
dialogo”.
“Il Mozambico svolge un ruolo molto importante nella nostra regione. Il suo
progresso e la sua stabilità sono di vitale importanza per i nostri Paesi per
consolidare il loro sviluppo. Invitiamo quindi i nostri governi ad unire la
loro voce a quella del popolo del Mozambico per chiedere la cessazione di tutte
le azioni di violenza e l’uso delle armi e per incoraggiare tutti gli sforzi di
dialogo” conclude il documento. (L.M.) (Agenzia Fides 27/11/2013)
apertura del governo mozambicano alla richiesta della RENAMO (Resistenza
Nazionale del Mozambico) di coinvolgere osservatori nazionali nel dialogo per
risolvere la grave crisi che ha visto l’esercito nazionale attaccare il 21
ottobre il quartiere generale dell’ex movimento di guerriglia nelle foreste di
Sadjunjira, nella provincia centrale di Sofala. Il leader della RENAMO, Afonso
Dhlakama, è riuscito a sfuggire alla cattura e si nasconde in un luogo imprecisato.
Da allora, in attacchi commessi dagli uomini della RENAMO a istituzioni del
governo e lungo le vie di comunicazione, decine di persone hanno perso la vita.
José Pacheco, Ministro dell’Agricoltura e capo della commissione governativa
per il dialogo con il maggior partito di opposizione, ha affermato che il
governo è pronto a riconoscere la partecipazione nelle discussioni con la
RENAMO di Lourenco do Rosario, Rettore dell’Università privata “A Politecnica”,
e di Mons. Dinis Sengulane, Vescovo anglicano di Lebombo, ma ha respinto
l’ipotesi di coinvolgere mediatori stranieri, affermando che “gli affari
interni possiamo risolverli noi mozambicani”.
Nel frattempo nelle elezioni amministrative boicottate dalla RENAMO, il partito
al governo, il FRELIMO, è stato riconfermato alla guida dell’amministrazione
della capitale Maputo.
La grave crisi mozambicana è stata ricordata dall’Assemblea dell’IMBISA
(Associazione Interregionale dei Vescovi dell’Africa Australe), l’organismo che
riunisce i Vescovi di Angola, Botswana, Lesotho, Mozambico, Namibia, Sao Tomé e
Principe, Sudafrica, Swaziland e Zimbabwe, che si è tenuta a metà novembre a
Gaborone (Botswana). “Seguiamo con preoccupazione- afferma il messaggio
dell’IMBISA- quanto sta accadendo in Mozambico negli ultimi tempi. Sembra che
le armi si stanno sostituendo, portando sofferenza e morte, al dialogo e alla
collaborazione di tutti per il consolidamento della pace”.
Facendo riferimento agli accordi di pace del 1992, che hanno messo fine ad una
guerra di 17 anni, il messaggio sottolinea che “il Mozambico e i sui leader
sono portati come esempio su come porre fine a una lunga guerra attraverso il
dialogo”.
“Il Mozambico svolge un ruolo molto importante nella nostra regione. Il suo
progresso e la sua stabilità sono di vitale importanza per i nostri Paesi per
consolidare il loro sviluppo. Invitiamo quindi i nostri governi ad unire la
loro voce a quella del popolo del Mozambico per chiedere la cessazione di tutte
le azioni di violenza e l’uso delle armi e per incoraggiare tutti gli sforzi di
dialogo” conclude il documento. (L.M.) (Agenzia Fides 27/11/2013)
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