Violenze e segnali di pace nella Repubblica Centro Africana
Ancora
notizie di violenza provenienti dalla Repubblica Centro Africana. Ad appena una
settimana dall’annuncio dell’apertura di un dialogo ufficiale per la pace, fra
rappresentanti della fazione Seleka ed Anti-Balaka, una milizia Seleka composta
da 200 uomini equipaggiati con armi pesanti ha assaltato la cattedrale Saint
Joseph di Bambari, dove vi erano rifugiati più di 12mila sfollati. Il bilancio
dell’assalto, dalle prime ricostruzioni, sembra essere pesante: 22 morti e più
di 32 feriti, per non parlare di tutti gli sfollati che erano nella cattedrale e
che sono dovuti scappare nelle foreste intorno alla città e in prossimità degli
accampamenti dei militari della missione internazionale (Misca) e francese
(Sangaris).
notizie di violenza provenienti dalla Repubblica Centro Africana. Ad appena una
settimana dall’annuncio dell’apertura di un dialogo ufficiale per la pace, fra
rappresentanti della fazione Seleka ed Anti-Balaka, una milizia Seleka composta
da 200 uomini equipaggiati con armi pesanti ha assaltato la cattedrale Saint
Joseph di Bambari, dove vi erano rifugiati più di 12mila sfollati. Il bilancio
dell’assalto, dalle prime ricostruzioni, sembra essere pesante: 22 morti e più
di 32 feriti, per non parlare di tutti gli sfollati che erano nella cattedrale e
che sono dovuti scappare nelle foreste intorno alla città e in prossimità degli
accampamenti dei militari della missione internazionale (Misca) e francese
(Sangaris).
Il
danno più grande è rappresentato dal fatto che questa aggressione potrebbe
precludere seriamente le trattative di pace da poco cominciate. Infatti dopo l’annullamento,
per ragioni di sicurezza, della visita del ministro della Difesa francese Jean-Yve Le Drian, che si doveva recare proprio a Bambari questo 8 luglio,
sembra che il dialogo fra le due fazioni abbia subito un forte arresto.
danno più grande è rappresentato dal fatto che questa aggressione potrebbe
precludere seriamente le trattative di pace da poco cominciate. Infatti dopo l’annullamento,
per ragioni di sicurezza, della visita del ministro della Difesa francese Jean-Yve Le Drian, che si doveva recare proprio a Bambari questo 8 luglio,
sembra che il dialogo fra le due fazioni abbia subito un forte arresto.
Un segnale di speranza e di pace arriva proprio dal vicario generale della
diocesi di Bambari, Padre Firmin, che assicura: “Noi però restiamo qui e non cambiamo il nostro programma pastorale. Ci
vorrà tempo, ma riprenderemo il filo del dialogo con i musulmani e torneremo a
convivere pacificamente, come abbiamo sempre fatto! Proseguiremo le campagne di
sensibilizzazione nelle scuole, nelle parrocchie, nei quartieri. Ne abbiamo già
fatte tante e ne faremo ancora”. Una dichiarazione forte, fatta anche a
nome del vescovo di Bambari, Monsignor Edouard Mathos, che non è ancora raggiungibile,
in quanto i guerriglieri hanno portato via ogni cosa dalla diocesi.
diocesi di Bambari, Padre Firmin, che assicura: “Noi però restiamo qui e non cambiamo il nostro programma pastorale. Ci
vorrà tempo, ma riprenderemo il filo del dialogo con i musulmani e torneremo a
convivere pacificamente, come abbiamo sempre fatto! Proseguiremo le campagne di
sensibilizzazione nelle scuole, nelle parrocchie, nei quartieri. Ne abbiamo già
fatte tante e ne faremo ancora”. Una dichiarazione forte, fatta anche a
nome del vescovo di Bambari, Monsignor Edouard Mathos, che non è ancora raggiungibile,
in quanto i guerriglieri hanno portato via ogni cosa dalla diocesi.
La vicinanza della chiesa cattolica, così forte ed incondizionata, alla gente di Bambari è riconosciuta e stimata come testimonia il fatto che mentre l’assalto era ancora in corso, un rappresentante
dei musulmani di Bambari è venuto a portare le scuse ufficiali a Padre Firmin, perché
nella milizia vi erano anche dei musulmani della città.
dei musulmani di Bambari è venuto a portare le scuse ufficiali a Padre Firmin, perché
nella milizia vi erano anche dei musulmani della città.
Resta da sperare che i venti di pace possono diradare il tornado di
violenza che sta devastando il paese. Paziente costruzione della pace in cui si distingue il prezioso lavoro delle diocesi e dei religiosi che vivono nel paese e anche quello della Comunità di Sant’Egidio che da tempo si impegna nel dialogo e incontro con le diverse fazioni presenti nell’area per arrivare ad una soluzione del conflitto.
Diego Romeo
violenza che sta devastando il paese. Paziente costruzione della pace in cui si distingue il prezioso lavoro delle diocesi e dei religiosi che vivono nel paese e anche quello della Comunità di Sant’Egidio che da tempo si impegna nel dialogo e incontro con le diverse fazioni presenti nell’area per arrivare ad una soluzione del conflitto.
Diego Romeo
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