L’orgoglio di “Mare Nostrum”, una ciambella che salva un popolo di minori
L’operazione “Mare Nostrum” è spesso al centro del dibattito, talvolta presa di mira da chi evidentemente preferiva il vecchio sistema, “Non sono affari nostri”. E’ importante, invece, che quanto accade non molto lontano da noi sia affare nostro, e che consideriamo ‘nostro’ – non nel senso di un possesso, ma in quello di un coinvolgimento interessato e partecipe – quel mare che circonda il Bel Paese.
E’ importante, e – perché no – fonte di orgoglio. L’orgoglio di chi ha contribuito a salvare tante vite – 100000 ormai, secondo i dati del Viminale -, di chi non inclina al lamento rassegnato, ma scopre che qualcosa è possibile fare, che si può fare la differenza per qualcuno, e che quella differenza è tanto sottile, ma tanto preziosa, come la linea che separa la morte dalla vita, il naufragio dall’approdo.
Ed è bello leggere sulla Stampa di ieri le parole del prefetto Mario Morcone, a capo del Dipartimento immigrazione e diritti civili del Viminale, ovvero quelle dell’articolista, Guido
Ruotolo: “Vedere donne e bambini, eserciti di minori colpisce, emoziona. […] Colpisce la giovane età. Che accomuna le diverse etnie, dai siriani ai palestinesi, dai somali agli egiziani”. “Mare Nostrum” non è altro che una ciambella gettata a un popolo di bambini, di adolescenti, di giovani, finiti in acqua non per loro colpa ….
Francesco De Palma
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