Aboliamo la pena di morte
Dopo il Parlamento europeo, anche i membri del Congresso statunitense hanno avuto l’opportunità di ascoltare uno straordinario e appassionato intervento di Papa Francesco. Filo conduttore del discorso è stato il ruolo della politica nella promozione del bene della persona umana e sul rispetto della dignità di ciascuno. Sono stati sottolineati i temi del dialogo e della riconciliazione, cari al pontefice, con evidenti allusioni a Cuba e all’Iran, riconoscendo «gli sforzi fatti nei mesi recenti per cercare di superare le storiche differenze legate a dolorosi episodi del passato».
Ribadendo la «responsabilità di proteggere e difendere la vita umana in ogni fase del suo sviluppo», Papa Francesco ha pronunciato parole chiare a favore dell’abolizione della pena di morte: «Sono convinto che questa sia la via migliore, dal momento che ogni vita è sacra, ogni persona umana è dotata di una inalienabile dignità, e la società può solo beneficiare dalla riabilitazione di coloro che sono condannati per crimini». Papa Francesco ha, quindi, ricordato come proprio recentemente gli stessi vescovi statunitensi, hanno rinnovato il loro appello per l’abolizione della pena di morte. «Io – ha aggiunto – non solo li appoggio, ma offro anche sostegno a tutti coloro che sono convinti che una giusta e necessaria punizione non deve mai escludere la dimensione della speranza e l’obiettivo della riabilitazione». Appena pochi mesi fa, il Papa aveva chiaramente sostenuto: «Oggi la pena di morte è inammissibile, per quanto grave sia stato il delitto del condannato. È un affronto alla sacralità della vita e alla dignità della persona umana che contraddice il piano di Dio per l’uomo e la società e la sua giustizia misericordiosa, e impedisce di conformarsi a qualsiasi finalità giusta della pena».
Come prevedibile al discorso del Papa è seguito il plauso dei tanti attivisti americani e non impegnati contro la barbara pratica della pena capitale. Il Presidente della Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati Mario Marazziti ha commentato: «Uno intervento straordinario, che aiuta tutte le democrazie a capire che non c’è giustizia senza vita, e che la pena di morte abbassa l’intera società al livello di chi uccide. C’è una cultura di morte e una sconfitta evidente nel mantenimento della pena capitale. E’ una società che non sa immaginare la riabilitazione, ma solo la punizione».
Come co-fondatore della Coalizione Mondiale contro la Pena di Morte ho sottolineato più volte come da quindici anni la pena capitale si stia restringendo negli USA e nel mondo e come gli Stati Uniti siano oggi al numero più basso di esecuzioni e di condanne da 15 anni. Con la Comunità di Sant’Egidio ho lavorato direttamente all’abolizione, avvenuta, della pena di morte in New Jersey, New Mexico, Illinois, Nebraska. E accompagnato i processi che l’anni eliminata anche in Connecticut, Maryland e nello Stato di New York. Ma adesso è il tempo per una moratoria ufficiale delle esecuzioni a livello federale come primo passo verso l’uscita degli Stati Uniti dal numero dei paesi retenzionisti.
Antonio Salvati
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