FATTI

Migranti. Il sussulto tedesco

Questa volta i tedeschi ci hanno veramente sorpreso: con il loro sussulto di generosità hanno decisamente contribuito a rilanciare l’ideale europeo. La recente decisione tedesca di accogliere praticamente senza limiti i rifugiati provenienti dalla Siria, l’annuncio del presidente della commissione europea Juncker di un piano per allocare 160mila profughi tra i Paesi europei rappresentano una vera e propria boccata d’ossigeno e di civiltà. L’invocazione della Germania da parte dei profughi siriani e le foto della Merkel alzate da molti di loro, gli striscioni di benvenuto ai rifugiati esposti in molti stadi di calcio tedeschi insieme ad altre immagini hanno stimolato la generosità di molti cittadini tedeschi e non. Immagini che quasi d’incanto hanno demolito la “fabbrica della paura” politico-mediatica che ci ha accompagnato per tutta l’estate.
Eravamo abituati ad estati ricche di gossip. Abbiamo, invece, assistito alla diffusione della linea dura contro i migranti in più somministrazioni, fino alle indecenti accuse a mons. Galantino e ad ampi settori della chiesa cattolica italiana. Quante parole in libertà del tipo “Respingere, rimandare i migranti e i naufraghi in Libia”, contravvenendo non solo alla legge del mare, ma anche al minimo sindacale dell’umanità. Peccato che la Libia, come stato, non c’è più, il sedicente Califfato c’è e bombarda, i trafficanti umani ci sono e sono collegati a chi controlla porzioni di territorio libico. Diversi esperti hanno ricordato che le migrazioni non sono un’emergenza ma sono un fatto epocale. Che sono 60 milioni i profughi nel mondo, la cifra più alta dalla fine della Seconda guerra mondiale. Che solo i siriani fuori dalla Siria sono 4 milioni. Nella predicazione egoista della “nuova politica” diventa “comunista” chiunque chi sostiene che il minimo per la nostra civiltà è non lasciare morire la gente in mare, papa Francesco incluso. Eppure nelle nostre città sono sensibilmente cresciute le iniziative di chi si rifiuta di dire che solo l’egoismo anti-immigrati ha ragion d’essere. Qualcuno ha avuto anche da ridire sulla famiglia di Treviso che ospita 5 rifugiati, accusata di “mangiarci sopra”. Il capo famiglia se la ride e continua con generosità.

Giustamente ha osservato Leonardo Becchetti che i frutti economici, sociali e spirituali dell’Unione Europea dipendono e dipenderanno in modo cruciale dalla capacità di costruire reti di solidarietà interna (tra Paesi membri) e verso l’esterno sapendo affrontare nella maniera migliore possibile la difficilissima sfida della globalizzazione delle persone e la crisi dei migranti, aggiungendo che le emozioni vissute non bastano e la sfida inizia solo ora. Il futuro nella libertà, nella felice integrazione delle diversità cresce solo se siamo capaci di cuore e di visione, di solidarietà concreta e di regole comuni salde e buone.
In tal senso, nel recente Meeting Interreligioso “La pace è sempre possibile”, promosso dalla Comunità di Sant’Egidio e svoltosi a Tirana, Mario Marazziti ha proposto una conferenza mondiale sui migranti: “Occorre una conferenza mondiale per una questione che è globale. E ha dimensioni più grandi degli spostamenti di popolazione seguito alla Seconda Guerra Mondiale: è la sfida del XXI secolo. L’Italia, la Francia e la Germania, dall’Europa, possono promuovere la nuova Yalta del XXI secolo”. 
Sempre a Tirana Andrea Riccardi, ha lanciato la proposta della sponsorship, «per accogliere e sostenere il messaggio del Papa al nostro Incontro, e venire incontro al desiderio di tanti cittadini, associazioni e famiglie che vogliono ospitare i rifugiati, proponiamo di introdurre nei sistemi legislativi europei lo strumento della sponsorship». Concretamente, «si tratta di permettere a cittadini europei, associazioni, parrocchie e organizzazioni varie della società civile, di farsi garanti dell’accoglienza: ospitare subito coloro che sono arrivati ma anche chiamare singoli e famiglie direttamente dalle zone, evitando così i viaggi della morte nel Mediterraneo e lo sfruttamento da parte dei trafficanti».
Idee e proposte concrete per evitare ai migranti di rischiare la vita in drammatici viaggi per mare e favorire, a chi lo desidera, di poterli ospitare.
Antonio Salvati

Marco Peroni
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