FATTI

28 ottobre 1958: viene eletto il “Papa buono”

Papa Pio XII morì nel 1958. Il suo fu un pontificato molto lungo, era stato eletto nel marzo del 1939, agli albori del Secondo conflitto mondiale, quando i regimi autoritari nazista e fascista avevano già preso il potere in Germania ed Italia e, in lontananza, si udivano i rumori di una nuova catastrofica pronta per scoppiare.
Furono anni molto difficili per il mondo intero e, anche il successivo dopoguerra fu particolarmente duro. Si scontavano tutte le conseguenze di una guerra disastrosa, con milioni di morto ed intere nazioni in ricostruzione.
Il pontificato di Pio XII fu molto lungo. Alla sua morte, i padri conciliari pensarono ad una figura, un pastore che potesse traghettare la Chiesa per alcuni anni. Ma volevano evitare un nuovo pontificato lungo e difficile, come era stato quello di Pacelli. Si pensò al Patriarca di Venezia: anziano e saggio pastore, con una certa esperienza internazionale. Così, in pochi giorni di Conclave, fu eletto il Card. Angelo Giuseppe Roncalli.
Roncalli era stato consacrato vescovo nel 1925 e poi inviato in Bulgaria, dove rimase, in qualità di visitatore apostolico, fino al 1930 e, come delegato apostolico, fino al 1934.
Nel 1935 fu designato come vicario apostolico e delegato, in Turchia, dove operò per ben dieci anni, svolgendo un servizio prezioso per tutti i cattolici – come per la Santa Sede – in qualità di nunzio apostolico ad Istanbul, sede del Patriarcato di Costantinopoli, terra di coabitazione con l’ortodossia, ma anche con l’Islam.
Nel dicembre 1944, Papa Pio XII nominò Roncalli come nunzio apostolico a Parigi. In Francia fu una figura centrale, di riferimento, divenendo per tutti una guida sicura nell’immensa opera di ricostruzione morale, religiosa e sociale che si era resa necessaria al termine della guerra.
Con l’arrivo di Roncalli, molte furono le persone che si recavano alla nunziatura di Parigi, in cerca di aiuto. Fu un periodo di grande ed importante lavoro, per il nuovo nunzio di Parigi. Sulla sua scrivania, vi erano numerosi dossier in attesa di essere visionati ed esaminati: da quei documenti e dalle decisioni che ne sarebbero scaturite, poteva dipendere il futuro della Chiesa cattolica in Francia.
Il 12 gennaio 1953, come annunciatogli prima con una missiva, il Papa elevò Roncalli alla dignità della porpora cardinalizia. Con questa nomina, il neo-cardinale avrebbe lasciato la nunziatura apostolica di Parigi.
Dopo un ancor più proficuo lavoro pastorale e, al contempo, di preziosa diplomazia, Papa Pio XII lo richiamò in Italia, nominandolo – appunto – Patriarca di Venezia.
Dopo cinque anni, Papa Pio XII, anziano e malato morì a 82 anni.
In breve tempo, a Roma venne convocato il Conclave per eleggere il successore. All’undicesima elezione, dopo una lunga serie di fumate nere perché tanti candidati non trovarono i voti necessari per l’elezione, si arrivò a convergere sul nome del Patriarca di Venezia, il quale fu eletto. 

Egli scelse il nome Giovanni, il nuovo Papa era Giovanni XXIII.
I cardinali, si diceva, desideravano un “papa di transizione”, un pontificato non di lunga durata, infatti Roncalli, al momento dell’elezione aveva già 77 anni, ma l’età avanzata non lo spaventò, né lo fece recedere dall’accettare la Santa nomina. Fu pienamente Papa e Vescovo di Roma, vivendo sempre in contatto con i fedeli, con il clero, nel corso delle numerose visite alle parrocchie, negli ospedali dove visitava i malati e nelle visite al carcere. A differenza dei suoi predecessori, Giovanni XXIII effettuò più di 150 visite fuori dal Vaticano, nel corso del suo pontificato.
La sorpresa più grande, di colui che doveva essere solo un papa di transizione, arrivò con l’annuncio – dato nella basilica di S. Paolo il 25 gennaio 1959 – di voler indire un nuovo Concilio Ecumenico della Chiesa Cattolica.
Era una notizia incredibile, che sorprese tutta la Chiesa e gli osservatori: il Concilio è l’assemblea di tutta la Chiesa Cattolica ed è composto dal Papa, dai Patriarchi, dai Cardinali, dai Vescovi e dai capi degli ordini religiosi maschili, che si riuniranno a Roma per parlare e prendere decisioni in materia di legislazione ecclesiastica, di dottrina della Chiesa e di riforma liturgica.
Nel discorso di apertura dell’assise conciliare, l’11 ottobre 1962, nelle parole di Papa Giovanni già si riceveva un chiaro indirizzo: non si sarebbero cercate nuove verità, ma un linguaggio nuovo per esporre la dottrina tradizionale con un linguaggio contemporaneo, proponendo un aggiornamento per tutta la vita della Chiesa.
Giovanni XXIII, voleva privilegiare la misericordia e il dialogo con il mondo, anziché la condanna e la contrapposizione, in modo che la missione ecclesiale abbracciasse tutti gli uomini. Vi era spazio anche per le altre confessioni cristiane, invitate a partecipare al Concilio, nel desiderio di dare inizio ad un riavvicinamento.
Sia per l’imprevedibile scelta di indire il Concilio, che per il modo di affrontare le questioni di politica nazionale ed internazionale, il ruolo di papa Roncalli si distinse per una inedita visione del mondo che gli permetteva di leggere i problemi con estrema lucidità. Per la risoluzione di conflitti, dissidi, lotte, egli si presentò come un mediatore autorevole, un riferimento per gli uomini di buona volontà impegnati per il bene dell’umanità, e come un lucido cercatore di pace
Nel 1963, a conferma del suo impegno in favore della pace, come nel caso del suo impegno nel corso della grave crisi di Cuba nell’ottobre del 1962, Papa Giovanni fu insignito del Premio Balzan per la pace.
Poco tempo dopo, il 3 giugno 1963, a causa di un cancro che lo aveva colpito allo stomaco alcuni mesi prima, morì all’età di ottantuno anni.
Giovanni XXIII nel suoi cinque anni di pontificato ha portato enormi novità nella vita della Chiesa cattolica come del mondo intero, con il Concilio, con la sua presenza, la sua parola, il suo atteggiamento buono, la sua tenerezza.
Tra le sue frasi più ricordate, vi è il celebre “Discorso alla Luna”, in cui diceva, tra le altre cose: «Tornando a casa, troverete i bambini. Date loro una carezza e dite: “Questa è la carezza del Papa”».
Forse è questa la frase che aiuta meglio a capire la figura di Papa Roncalli, al punto che, molto amato dai fedeli e dalla gente comune, è ricordato come il “Papa buono”.

Germano Baldazzi

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