Nuove aperture sulla cittadinanza ai bambini nati in Italia
Il dibattito sulla cittadinanza ai bambini immigrati continua a tenere banco e sembrano aprirsi nuove prospettive. L’ultimo intervento a fare notizia è quello di Luca Zaia, governatore del Veneto e dirigente della Lega, che si è dichiarato favorevole alla cittadinanza per i bambini inseriti nelle scuole. Pur dichiarandosi contrario allo ius soli, ha riconosciuto che i bambini immigrati non solo parlano un perfetto dialetto, ma hanno assunto una “identità veneta” che ha soppiantato quella del Paese d’origine dei loro genitori. L’ex ministro ha proposto anche un parallelismo fra quanti nei decenni passati sono emigranti della sua regione e quanti oggi vi giungono da altri paesi del mondo. Una giusta chiave di lettura per un Paese che è divenuto terra di approdo dopo una lunga storia di emigrazione e proprio per questo dovrebbe dimostrare una giusta attenzione verso chi lascia il proprio Paese.
Il confronto su questi temi dura ormai da tempo. Alla fine del 2011 il presidente Napolitano si augurò che il Parlamento affrontasse il tema dei minori nati nel nostro Paese, giudicando assurda la negazione del loro essere italiani. L’esecutivo tecnico guidato da Mario Monti aveva previsto per la prima volta un ministro per l’integrazione (e la cooperazione internazionale), Andrea Riccardi, dal quale era venuta una proposta nuova: non lo ius soli, ma lo ius culturae, ossia la concessione della cittadinanza ai nati in Italia solo dopo aver concluso un ciclo scolastico. Una modalità ritenuta più adeguato alla situazione italiana e destinata a ottenere maggiori adesioni.
La proposta aveva raccolto diversi consensi, ma le resistenze dei partiti non avevano permesso l’approvazione in Parlamento di una norma in materia. Malgrado ciò, il dibattito dei mesi scorsi sembra aver favorito un cambio di mentalità. Nel nuovo parlamento ci sono state diverse iniziative in merito e il nuovo ministro Kyenge ha rilanciato il tema. Se anche il Carroccio, che negli anni scorsi era stata la forza politica più contraria ad una legge sulla cittadinanza, riconosce l’opportunità di concederla ai bambini nati in Italia, le cose potrebbero cambiare davvero.
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