FATTI

L’abbraccio di papa Francesco ai poveri di Roma

“Questa mattina il Papa mi ha telefonato è mi ha detto:  Purtroppo non posso venire, ma dì a tutti che gli mando un abbraccio forte, forte, forte!”.  Con queste parole Mons. Konrad Krajewsky, elemosiniere del Papa, ha salutato i presenti all’inizio della liturgia “in ricordo di Modesta e di chi povero è morto in strada” che si è celebrata questa mattina a Roma nella basilica di Santa Maria in Trastevere, piena di centinaia di poveri e dei loro amici della Comunità di Sant’Egidio.  Modesta Valenti era una donna che viveva per strada, alla Stazione Termini, che morì priva di soccorsi adeguati, sul marciapiede, rifiutata dall’ambulanza perché sporca.  La sua morte ha segnato profondamente l’amicizia della Comunità di Sant’Egidio con chi è senza dimora e ogni anno, dal 1983, la Comunità la ricorda insieme a tutti gli “amici per strada” che hanno perso la vita a causa della miseria e dell’abbandono, memoria che negli anni si è estesa a molte parrocchie di Roma e ad altre città nel mondo.
Durante la celebrazione sono stati ricordati i nomi dei tanti morti per strada,  mentre i presenti andavano ad accendere una candela candele in ricordo di questi loro amici, su dei grandi candelabri nei pressi dell’altare.
Mons. Konrad ha voluto che l’abbraccio forte del Papa diventasse un gesto tangibile e ha voluto abbracciare tutti, uno per uno,  consegnando poi ciascuno un’immagine della Madre di Dio della Misericordia, la cui icona ha accompagnato la celebrazione. Maria che – come ha ricordato mons. Marco Gnavi durante l’omelia – era una donna povera che ha saputo accogliere ed amare, come la Chiesa, povera per i poveri.  E’ la Chiesa sognata da Papa Francesco, come più volte da lui ripetuto anche nell’esortazione apostolica Evangelii gaudium «una Chiesa dalle porte aperte, povera per i poveri».
Dopo la celebrazione in più di 500 si sono fermati per un pranzo offerto dalla Comunità nei locali della parrocchia.

Marco Peroni
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