FATTI

Non chiamateli nomadi

La Comunità di Sant’Egidio ha scelto Napoli per celebrare la Giornata internazionale dei Rom perché – malgrado le difficoltà e la mancanza di servizi del tutto soddisfacenti – si conferma città accogliente verso gli stranieri. A partire dalle cifre che dicono già in sé qualcosa. A Napoli e nel suo hinterland sono presenti 4500 rom, a Milano 2500, quasi la metà. Un numero che – ha spiegato nella conferenza stampa Paolo Ciani, uno dei responsabili – «è da attribuirsi a due fattori, sia di natura logistica – i Rom da noi sono distribuiti anche in provincia, quindi su un’area più estesa –  che politica, vista i ripetuti sgomberi che a Milano sono stati effettuati negli ultimi anni».
Tra i primati positivi della città partenopea c’è anche la buona riuscita del Programma di integrazione scolastica che la comunità di Sant’Egidio porta avanti in quattro città italiane attraverso l’erogazione di borse di studio alle famiglie dei Rom che vanno da 50 a 100 euro mensili. Ebbene su un totale di 196 borse in Italia, 125 sono state attribuite a ragazzi rom che vivono e frequentano la scuola a Napoli, peraltro con successo, riportando medie tra il 7 e l’8. «Il programma – ha precisato Daniela Pompei, referente nazionale di Sant’Egidio  –  può essere definita una buona pratica che funziona e che può essere anche ampliata». A Napoli in particolare il progetto ha trovato il sostegno della Prefettura e come finanziatori le banche. Nella capitale campane, inoltre, dal 2008, è attivo un ambulatorio presso i locali della parrocchia dell’Immacolata a Cupa Carbone, presso l’aeroporto. Ogni mercoledì dalle 18 alle 21 vengono erogate visite specialistiche gratuite pediatriche e specialistiche, con la presenza di un gruppo numeroso di medici volontari.
Guardando al dato nazionale, va evidenziato che in Italia i Rom sono in totale 135.000 (0,3 per cento dell’intera popolazione). «Decisamente pochi – precisa Pompei – il che renderebbe più facile attuare politiche di integrazione se non fosse per i pregiudizi, legati soprattutto al concetto di popolo nomade». Non solo. Nel nostro Paese i Rom sono anche molto giovani, addirittura il 37, 5% per cento ha meno di 15 anni, in Europa invece i minori ammontano al 15%. Inoltre gli alunni rom inseriti nel sistema scolastico italiano sono 11.481 di questi 6253 alla primaria 3215 alla secondaria e solo 107 alle Superiori. I rom, sottolineano i promotori dell’iniziativa, costituiscono la minoranza più numerosa in Europa (828.510, ovvero l’1,36% sul totale) ma anche la più discriminata. Unico in Europa a non avere una regione di riferimento, quello che chiamiamo popolo rom, in realtà, rappresenta un universo molto eterogeneo al suo interno, con una differenza tra quelli europei, che hanno un passaporto, e quelli dell’ex Jugoslavia che non hanno status giuridico.
«In questa giornata – ha concluso il portavoce della Comunità di Napoli, Antonio Mattone – intendiamo ricostruire un quadro di dati nazionali, ma anche mettere in evidenza i progetti e le esperienze positive per lanciare un messaggio di speranza proprio da Napoli».


Elena Scarici
Marco Peroni
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