FATTI

Il discorso del re (Harald V di Norvegia)

Non sempre il discorso di un re è una grande notizia (semmai è il titolo di un bel film).
In particolare di questi tempi, quando i re sono pochi e hanno poco potere effettivo.
Una parziale eccezione il discorso pronunciato lo scorso 1° settembre dal re di Norvegia, Sua Maestà Harald V, che in quel di Oslo, si è rivolto agli ospiti del giardino del palazzo reale con parole belle e appassionate, che hanno fatto breccia su internet, ben oltre il ristretto cerchio di coloro che parlano norvegese. 

Harald V ha voluto parlare chiaro. In un contesto non facile, mentre anche nella civilissima e tollerantissima Norvegia stanno aumentando i casi di razzismo verso rifugiati e migranti, verso musulmani e omosessuali (chi non ricorda purtroppo la strage compiuta da Breivik? E il paese è oggi governato da un partito considerato dai molti come populista).

“Cos’è la Norvegia?”, si è chiesto il re. “La Norvegia è fiordi, montagne, isole, prati. Ma la Norvegia è soprattutto le persone che la abitano. A prescindere da quanto diversi possano essere. Norvegesi sono quelli che vengono dal nord della Norvegia, dalla Norvegia centrale, dal sud della Norvegia. Norvegesi sono anche quelli che sono arrivati dall’Afghanistan, dal Pakistan e dalla Polonia, dalla Svezia, dalla Somalia, dalla Siria. I miei stessi nonni emigrarono dalla Danimarca e dall’Inghilterra 110 anni fa” – Harald è il primo re norvegese nato in Norvegia dal XIV secolo, in effetti … -. “Non è sempre facile dire da dove veniamo e di che nazionalità siamo. Casa è il luogo dove batte il nostro cuore. I norvegesi siamo noi. Tutti noi siamo norvegesi”.
Un grande discorso? 
Un discorso vero, realistico. Un discorso teso a riconoscere la realtà di ogni tempo, di ogni cultura, di ogni Paese (la foto qui accanto è scattata ad Oslo).
Un discorso controcorrente. In un’Europa e in un mondo sempre più pronti a costruire muri invece che ponti, sempre più facili a etichettare gli altri, a restringere il campo del proprio noi, a escludere invece che a includere.
Forse è per questo che il discorso ha contato tante visualizzazioni, risultando così virale. La lezione di re Harald non convincerà tutti. Ma parla al cuore di chi vede con tristezza restringersi gli orizzonti, abbassarsi gli sguardi, rinchiudersi in se stessi per il disorientamento o la paura.
Questo vecchio re di 79 anni, che celebrava 25 anni di regno, ha saputo guardare al presente e al futuro. Forse c’è speranza per la nostra Europa, vecchia di migliaia di anni, che ha visto il trionfo di molti dei suoi valori e delle sue conquiste. Anche da vecchi si può sognare e indicare una strada.

Francesco De Palma
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