FATTI

Di Liegro: un uomo che si sporcava le mani

Il 12 ottobre 1997 i poveri di Roma persero un loro grande amico. Sono passati venti anni dalla morte di don Luigi Di Liegro.
Nato a Gaeta nel 1928, arrivò a Roma da bambino dove continuò gli studi e, sebbene il padre non fosse d’accordo, entrò in seminario. Terminati gli studi e la formazione, il 4 aprile 1953 fu ordinato sacerdote.
Fin da giovane aveva mostrato interesse per le condizioni di vita dei più miseri e dei problemi sociali che incontrava, ascoltando sempre i problemi di tutti.
Appena ordinato, fu inviato in una parrocchia della periferia romana, San Leone Magno, al quartiere Prenestino di Roma, dove, oltre a svolgere la sua attività pastorale, si interessò di trovar soluzioni ai problemi del quartiere. Ma la sua opera non rimaneva confinata solo all’azione, infatti collaborò ad un’indagine sociologica sulla religiosità degli abitanti del quartiere.
Conobbe la JOC (Jeunesse Ouvrière Chrétienne), associazione fondata negli anni Venti dal prete belga Joseph Cardijn, il quale poi strinse amicizia don Don Luigi. Dall’associazione, don Luigi apprezzò e fece suoi i metodi di apostolato.
Nel 1957 fu chiamato ad assistente del Movimento lavoratori della Gioventù italiana dell’Azione Cattolica. Con questa nomina, don Di Liegro divenne noto anche in Vaticano, così nel 1964 venne chiamato all’Ufficio Pastorale.
Furono anni di grande lavoro e di impegno indefesso per don Luigi. 

Nel 1974 si svolse in Laterano il convegno dal tema “La responsabilità dei cristiani di fronte alle attese di giustizia e di carità nella diocesi di Roma”. Fu pensato come un momento di riflessione per la vita nella città a cui furono invitate a partecipare tutte le forze religiose, politiche e sociali impegnate nel sociale a Roma. Nella cronaca sarà ricordato come il convegno sui «mali di Roma». 
Don Luigi fu uno degli interpreti del convegno. Alcuni interventi del cardinale vicario di Roma, Ugo Poletti, furono scritti sulla base delle sue idee e proposte.
Un frutto di questo convegno fu, per don Luigi, la creazione nel 1979 della Caritas diocesana di Roma, di cui fu il direttore fino alla sua morte. Dalla Caritas romana partiranno tutte le iniziative rivolte ai poveri e agli emarginati della città: senza fissa dimora, stranieri, tossicodipendenti, carcerati…
Al suo operato e a quello della Caritas, si debbono il merito dell’apertura di mense ed ostelli per i poveri. Un altro merito di don Luigi è sicuramente quello di aver coinvolto tanti nella sua opera, dai volontari, ai politici, come agli amministratori locali.
Don Luigi Di Liegro è stato un grande amico dei poveri, ma anche un grande uomo di fede. Angelo Pansa e don Bruno Nicolini testimoniarono di lui, dopo sua morte, che al mattino, prima di essere catturato dagli impegni, rimaneva per ore in silenzio, a meditare e pregare. Pensava che solo così potesse avere la forza per sostenere i ritmi a volte frenetici, di lavoro e di trovare le risposte giuste per tutti.
Germano Baldazzi

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