FATTI

Se per alcuni le medicine sono un lusso …

Ormai, da alcuni anni rimbalza e riesce fuori la notizia che curarsi e comprare i farmaci, in genere, per diverse categorie della popolazione è divenuto pari ad un lusso.
Dall’inizio di questa lunga crisi economica, gli italiani hanno stretto la cinghia come potevano, e stringendo, stringendo, si è arrivati a far meno anche delle cure.
Non tanto delle cure “parafarmaceutiche”, quelle degli istituti di bellezza, contro la caduta dei capelli per gli uomini, per il “lifting” per le donne, ma proprio quelle per la cura di patologie mediche; e con esse, anche gli accertamenti diagnostici: se la prescrizione medica prevede il pagamento di un “ticket”, o della prestazione completa, si preferisce rinviare a tempi migliori, magari una “congiuntura” migliore di eventi, congiuntura che, poi, raramente si verifica. 

Nel 2014, secondo i dati del Banco Farmaceutico – associazione che si occupa di donare farmaci ai non abbienti – la spesa per le medicine richieste dai cittadini che non se lo possono più permettere, è cresciuta del 3,86%, passando da 2 milioni 943mila confezioni distribuite nel 2013 ai 3 milioni del 2014.
Negli anni, purtroppo, la situazione non è andata a migliorare.
In una indagine del Censis, sono diventati 11 milioni nel 2016 (2 milioni in più rispetto al 2015) gli italiani che hanno rinviato o rinunciato a cure mediche causa di mancanza di soldi, non potendo pagare di tasca propria le prestazioni. In particolare, in questo studio, la salute negata riguarda, in particolare sia più di 2 milioni di anziani che altrettanti di giovani.
In un’intervista, Concetta Mirisola, Presidente dell’INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti ed il contrasto delle malattie della Povertà), ha detto che “le persone in difficoltà vengono da noi in quanto bisognose di cure e farmaci, ma anche di ascolto solidale”, così, arrivano pure persone bisognose di supporto psicologico.
L’Istituto – oltre ad aver aperto un Fondo di Solidarietà per sostenere concretamente le spese mediche per i bisognosi – i medici e il personale
“prendono in carico della persona con tutti i suoi bisogni e con l’empatia nell’ascolto”, continua il Presidente. I pazienti ricevono ascolto pure n caso di sfogo personale per le tante difficoltà connesse ai malanni, ma anche alle difficoltà quotidiane per curarsi.
In Italia è in un aumento sia della povertà assoluta che quella relativa. Così, aumentano le persone che si rivolgono all’istituto sapendo di trovare anche modalità di accesso semplificate per le prestazioni. Infatti, le modalità di fruizione del servizio non prevedono liste d’attesa e le ricette sono gratuite, come le visite specialiste.
Con l’acuirsi delle domande e l’intensificarsi di richieste anche di ausili sanitari, nel 2016 il Fondo di Solidarietà ha previsto anche l’erogazione di occhiali, protesi dentarie e protesi acustiche, tutte concesse a seguito di una visita specialistica erogata sempre dall’INMP.
Infine a riprova di quanto appena detto, la Presidente aggiunge che “fino al 2008 la stragrande maggioranza delle persone che venivano da noi erano straniere, ora abbiamo un 40 per cento di italiani”.
Nel 2017 la situazione non ha subito mutamenti, anzi, oltre a quanto appena descritto, si aggiunge anche la difficoltà ad ammettere la criticità economica nell’accesso alle cure mediche, talvolta persino a riconoscerlo.
Le principali categorie a rischio sono quelle delle casalinghe e degli anziani pensionati, il cui tasso di rinuncia alle cure rasenta il 50%.
I lavoratori precari sono un’altra categorie che fa i conti con la scelta di curarsi o di mangiare: circa il 40% rinuncia alle cure
Un’altra categoria in difficoltà è quella di chi è separato dal coniuge e ha con sé figli a carico: anche qui il 40% rinuncia alla visita col medico. Ulteriori difficoltà si registrano qualora si debbano sostenere visite specialistiche a pagamento (il rifiuto è nel 32% dei casi), o per le visite odontoiatriche (26%).
In alcuni casi, divengono un lusso persino gli esami del sangue (tasso di astensione al 31%) e visite specialistiche ospedaliere con il ticket da onorare (28%).
Questa è la preoccupante situazione fotografata dal Banco Farmaceutico – organizzazione che si occupa di sollievo agli indigenti bisognosi di cure – con i dati resi noti nello scorso aprile.

Germano Baldazzi

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