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Via Cardinal Capranica, per non dimenticare.


Circa cinque anni fa scattai questa foto.
Mi trovavo a Primavalle, una delle storiche “borgate” romane.
Nata durante il fascismo, dopo gli sventramenti del centro storico, voluti da Mussolini allo scopo di riportare in auge gli antichi fasti della Roma Imperiale, Primavalle per decenni fu uno dei simboli della periferia povera e degradata della Capitale.
Oggi il centro di Roma è più vicino e Primavalle (inglobata nella città dall’espansione edilizia del secondo dopoguerra) è cambiata, anche se ha mantenuto la sua identità popolare e “battagliera”.
La fotografia raffigurava le cassette postali delle famiglie senza casa che occupavano abusivamente lo stabile di Via Cardinal Capranica, quello recentemente sgomberato con metodi vergognosi (ha fatto il giro del web la foto del ragazzino con la faccia triste, che usciva dalla sua abitazione con i libri di scuola in mano, circondato dai poliziotti in tenuta antisommossa).
Mi colpirono queste cassette postali.
Erano tante e avevano un qualcosa di artistico nella loro disposizione e nella loro eterogeneità cromatica.
Pensai che dietro ad ognuna di queste cassette postali c’erano dei volti, delle storie, delle speranze.
C’era una voglia di normalità, di casa, di stabilità.
In effetti le famiglie occupanti (con un significativo numero di  bambini ed anziani, anche disabili), erano ben integrate nel quartiere, i bambini frequentavano regolarmente la scuola e nessuno si era mai lamentato troppo della loro presenza.
Ora dietro a quelle cassette postali c’è il nulla. 
Coerentemente ad un predicazione ossessiva, per cui la sicurezza dei cittadini si costruisce attraverso una politica vessatoria verso chi  si trova in condizioni di disagio sociale ed è costretto ad “arrangiarsi”, il “pugno duro della cosidetta legalità” si è abbattuto su quei nuclei familiari.
Ma cacciare le persone, allontanarle dagli stabili occupati e dai quartieri, è un modo spicciolo per aggirare il vero problema.
Avere una casa che dia riparo a sé e alla propria famiglia è un diritto fondamentale che a troppi è ancora negato.
E’ da qui che bisogna ripartire.

                                                                                                                                 Francesco Casarelli
fotografia scattata dall’autore dell’articolo



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