Riccardi: la città è malata , ci vuole un sussulto di coscienza civica
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In un intervista del Messaggero, a firma di Franca Giansoldati, il ministro per l`Integrazione e la Cooperazione Andrea Riccardi non nasconde preoccupazione su quanto è accaduto a Torpignattara alcuni giorni fa: «Mi chiedo dove stia andando questa città, ma soprattutto dove stia andando la periferia. Penso che, al punto in cui siamo arrivati – prosegue Riccardi – ci voglia necessariamente un sussulto di coscienza civica». Le periferie «Sono diventate dei deserti di individui e se non lavoriamo sull`integrazione sarà sempre peggio. Purtroppo all`orizzonte vedo una città che sta perdendo il suo senso comunitario. Il centro storico rischia il modello Venezia, sempre meno cuore della città e sempre più mercato, con le piazze storiche sostituite dagli outlet e le periferie isolate dal resto della città». «…Oggi si insiste sullo sviluppo, come è stato fatto durante gli Stati Generali ma serve ancora una visione complessiva, e le periferie devono ritrovare gli spazi del vivere insieme. In questo senso le comunità etniche possono sì trasformarsi in un problema, ma possono anche diventare delle preziose risorse. Dipende se si ghettizzano oppure si integrano». «… Laddove la comunità è debole e l`anima è debole, le reti criminali conquistano cuori soli e giovani spaesati. La prevenzione si fa costruendo una coscienza civica e un sentire comunitario». «Nei confronti dei cinesi ci sono molti pregiudizi. Si dice che abbiano comunità chiuse, poco inserite e autoreferenziali, non integrabili. Io non sono di questo parere. Penso che i cinesi abbiano una forte identità, un grande senso della famiglia connesso con l`imprenditorialità e fortissimi legami con la madre patria. Noto però che la comunità cinese sta aiutando i giovani, specie quelli nati da noi, ad inserirsi nel tessuto sociale ed economico nazionale». Un approccio buonista? «Non sono affatto buonista, lo sono convinto che la comunità cinese stia dando tanto al nostro Paese. In questi giorni ho avuto modo di incontrare l`ambasciatore cinese e ho affrontato con lui i problemi e le prospettive legati a tutte le comunità che vivono sul nostro territorio..».
Abbiamo riportato ampi stralci dell’intervista in quanto ci sembra delineare una prospettiva originale nell’affrontare i problemi della società: non può avere futuro l’alimentare i pregiudizi e lo scaricare la colpa sui diversi, ma può “curare la città malata” solo il sostenere lo sviluppo della coscienza civica personale e comunitaria. Più facile trovare, anche sul web, atteggiamenti diversi, forse più popolari, destinati però solo a creare ghetti, diffidenza, maggiore violenza. No, ha ragione, non è buonismo, ma una buona strada.
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