FATTI

La comunità di Sant’Egidio e i 20 anni di pace in Mozambico

Sono trascorsi 20 anni dalla firma degli accordi di pace che hanno messo fine ad una lunga e sanguinosa guerra in Mozambico. Un milione di morti, una paese diviso e ridotto dalla guerra ad occupare le posizioni più basse nelle statistiche dello sviluppo: uno dei più poveri dell’Africa. Una di quelle situazioni che sembravano senza possibilità di svolta. Eppure quella svolta c’è stata e da quel 4 ottobre 1992 sono passati venti anni di pace ininterrotta che hanno portato benessere e sviluppo. E’ bene ricordarlo qui in Italia, dove si è firmata la pace e che oggi è un partner importante per questo paese africano. Due anni di trattative, svoltesi nella sede romana della Comunità di Sant’Egidio, che hanno visto Andrea Riccardi, attuale ministro della Cooperazione internazionale e dell’integrazione, don Matteo Zuppi e l’onorevole Mario Raffaelli, costruire una difficile mediazione fra due parti che si accusavano l’una con l’altra di crimini efferati. Riccardi, in uno dei primi incontri, aveva proposto loro di seguire il metodo di Giovanni XXII: “preoccupiamoci di cercare quello che unisce piuttosto che quello che divide”. La delegazione del Frelimo, il partito unico che governava il Mozambico, era guidata da Armando Guebuza e quella della Renamo, la formazione di opposizione armata, da Raul Domingos. C’è voluto un lungo e paziente lavoro, visto dall’esterno con una certa incredulità e scetticismo, per far si che crescesse un clima favorevole che avrebbe portato all’accordo, il 4 ottobre 1992. Gli accordi finali furono firmati dall’allora Presidente del Mozambico e leader del Frelimo, Joaquim Chissano, e per la Renamo da Dhlakama. Gli accordi divennero operativi il 15 ottobre 1992. Le Nazioni Unite inviarono un contingente di pace, OnuMoz, con lo scopo di sorvegliare la fase di transizione alla democrazia. Il passaggio fu completato in pochi anni e nel 1995 l’ OnuMoz lasciò il paese. Da allora elezioni democratiche e una politica non più a colpi di armi, hanno significato la rinascita di un paese ed una crescita economica molto sostenuta, che ha prodotto i tassi di crescita più elevati del continente africano, per una media annuale di circa l’8 %.

Marco Peroni
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