C’era una volta la Terra di Mezzo …
Lì, sulle due sponde del Fiume, c’era una volta la Terra di Mezzo.
Era andata costruendosi a poco a poco, frutto del paziente lavoro di alcuni, fatto di contatti giusti, di lusinghe e di pressioni; ma anche del sedimentarsi delle visioni, delle pulsioni e dell’insofferenza di tanti.
Il “re” di tutto quanto, “quello che entra dalla porta principale”, come si autodefiniva, lo aveva spiegato bene. La Terra era di Mezzo tra i vivi e i morti, tra il mondo di sopra e quello di sotto. Era a metà tra la verità e il suo contrario, tra un punto di vista e il suo opposto.
Di qui le strane caratteristiche della Terra di Mezzo, quelle contraddizioni che hanno sempre affascinato gli storici, e che i suoi abitanti, tanto quelli più altolocati, quanto quelli più umili, abitanti le cosiddette Periferie Degradate, vivevano senza coglierne l’aspetto straniante.
Per cui la Terra di Mezzo doveva essere bella bianca, libera dalla presenza dei pericolosi Minori Neri o degli altrettanto minacciosi Studenti Rom; ma gli stessi che teorizzavano tali posizioni o ci speculavano sopra per costruirsi consenso gestivano poi delle “riserve” per tali tribù di Minori o di Studenti, dicendo tra loro “Ma te c’hai idea de quanto ce guadagno?” – riportiamo dal dialetto della zona, il “terramezzese” – “er traffico de droga rende meno”.
Per cui, ancora, il Problema della Terra di Mezzo era la sicurezza, idolo cui tutto poteva essere sacrificato, in particolare se il soggetto era un Proveniente dall’Est, e che
comportava una lotta senza quartiere alla Criminalità Cattiva, quella Che Non Puoi Nemmeno Uscire per Strada e alle Facce che Non Ci Piacciono; ma, d’altra parte, se un qualunque individuo decideva di dedicarsi con passione a una Criminalità diversa, Sana, quella Che Fa Girare L’Economia, e si faceva comprare allo scopo, diveniva un operatore del Business, un garante dell’Intermediazione.
Per cui, infine, c’erano le ronde per strada contro la Prostituzione Indecorosa Sotto gli Occhi di Tutti, ma se si trattava di lavorare per il bene della Terra di Mezzo stessa, beh, allora ci si doveva sacrificare: “Tocca da venne er prodotto. Come ‘e puttane, te metti ‘na minigonna e vai a batte”.
Sappiamo tutti, secoli dopo, com’è finita la storia: una civiltà contraddittoria come quella della Terra di Mezzo non poteva sopravvivere, le sue basi erano fragili, la sua capacità di intravedere e costruire il futuro nulla.
E però qualcuno sostiene che i princìpi e i miti di quella Terra sopravvivano ancora, in una mentalità collettiva, in un modus vivendi, e vengano fuori a tratti, a sussulti, ancor oggi ….
Francesco De Palma
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