FATTI

Regolarizzare fa bene (e abbatte il tasso di criminalità)

Regolarizzare gli immigrati dimezza il tasso di criminalità. Lo dimostra – con numeri inequivocabili – uno studio della Bocconi sul rapporto tra permessi di soggiorno e propensione a commettere reati. Ne parliamo con Paolo Pinotti, il coordinatore della Fondazione De Benedetti e docente di Economia dell’Università milanese che ha realizzato la ricerca, pubblicandone i risultati sulla prestigiosa American economic review.

Che cosa emerge dalla vostra analisi?

Gli stranieri che ottengono il permesso di soggiorno sono del 50% in meno propensi a commettere reati economici gravi (furti, rapine, spaccio) rispetto a chi non ha potuto mettersi in regola. Secondo il Viminale gli stranieri regolari hanno dati di criminalità in linea con gli italiani, mentre crescono drasticamente tra chi è senza permesso. Gli irregolari sono stimati il 20% degli stranieri in Italia, ma sono protagonisti dell’80% dei reati economici commessi da stranieri. Quando ottengono i documenti, invece, assumono comportamenti molto più virtuosi. Potersi inserire regolarmente nel mercato del lavoro – per cui è necessario il permesso – fa dunque da deterrente a invischiarsi in situazioni criminose. Il problema è, appunto, ottenere i documenti. 

Per arrivare a questa conclusione, Lei ha studiato i dati del Ministero dell’Interno sul click day del 2007. Ricordiamo in cosa consiste.

Dal 1998 il Governo stabilisce, con il Decreto flussi, ogni anno quanti permessi per motivi di lavoro possano essere concessi. Negli ultimi anni i numeri si sono ridotti, quasi azzerando la possibilità di ottenere permessi per lavoro. Nel dicembre 2007 la procedura è stata per la prima volta online: i datori di lavoro potevano cliccare la domanda dalle 8 di mattina. I permessi avrebbero dovuto essere assegnati a stranieri residenti all’estero, ma tutti sanno che in realtà il click day ha legalizzato chi già era in Italia senza documenti. Funzionava un po’ come una lotteria, dato che il criterio di accettazione era casuale: chi prima arriva, meglio alloggia. Pochi minuti hanno fatto la differenza: furono accolte le domande arrivate prima delle 8.27, legalizzando 170mila stranieri su un totale stimato di 610mila irregolari presenti in Italia. 

Come ha usato i dati del click day?

Ho analizzato i reati commessi dagli immigrati che hanno inviato la domanda immediatamente prima del taglio e da coloro che l’hanno inviata subito dopo le 8.27, quindi individui molto simili. Risulta che la criminalità degli immigrati legalizzati si è dimezzata nel corso dell’anno successivo, mentre il tasso di criminalità di coloro che non ce l’avevano fatta è rimasto invariato. La caduta della criminalità riguarda i reati economici, mentre i crimini violenti non vengono influenzati. Non sono cambiate le caratteristiche dei due gruppi, ma ricevere il permesso di soggiorno abbassa la propensione a commettere crimini che sono sostituti imperfetti di attività economiche legali. 

Molte delle domande del click day si basavano su lavori falsi .…

Sì, più del 40% delle richieste erano per domestici maschi, mentre solo il 2-4% degli immigrati maschi risulta essere davvero impiegato come lavoratore domestico: la maggior parte di questi lavori erano “fittizi” e strumentali al click day. Eppure la propensione ai reati economici si dimezza anche in questo caso: avere l’accesso al mercato del lavoro legale è sufficiente per innescare il cambiamento, anche se l’immigrato legalizzato non ha realmente un lavoro.

Nel 2016 un altro suo studio, che si è aggiudicato il premio dell’American Economic Association, confermava questa tesi. Che dati analizzava in quel caso?

Con il collega Giovanni Mastrobuoni abbiamo studiato i dati dell’indulto dell’agosto 2006, che ha rilasciato 22mila detenuti dalle carceri italiane (10mila dei quali stranieri). Nel gennaio 2007 l’allargamento dell’Ue dava a rumeni e bulgari lo status di regolari, inclusi coloro che uscivano dalle prigioni. L’anno successivo il tasso di recidiva dei rumeni e bulgari (tutti regolarizzati) è risultato la metà di quello degli altri stranieri rilasciati dopo lo stesso indulto.

Stefano Pasta
Francesco De Palma
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