FATTI

Ungheria, antisemitismo a livelli di guardia

Diecimila persone sono scese in piazza a Budapest per dire
no alle recenti dichiarazioni antisemite del partito
neonazista ungherese Jobbik. Il
parlamentare Marton Gyongyosi, esponente del partito di estrema destra,
aveva chiesto
la scorsa settimana di redigere una lista di persone di
origine ebraica che lavorano nel Parlamento e nel governo, in quanto rappresentano
“un rischio per la sicurezza nazionale” nel quadro delle tensioni in corso
tra Gaza e Israele.
Dichiarazioni preoccupanti
che non possono essere sottovalutate, anche alle luce dei recenti sondaggi che
danno il partito di estrema destra, terzo del paese, all’8% delle preferenze.
Durante la seconda guerra
mondiale l’Ungheria fu colpita pesantemente dalla persecuzione antisemita e
contro la minoranza rom: tra i 500 e i 600 mila furono uccisi dai nazisti nei
campi di sterminio. Lo svedese Raul Wallemberg e l’italiano Giorgio Perlasca,
testimoni delle razzie, salvarono migliaia di persone dalla Shoa ungherese. 
Anche i rom sono sono oggetto
delle invettive del partito Jobbik dal 2009 e vittime di molte aggressioni e
uccisioni.
E’ quanto mai necessario che
l’Europa vigili sul rinascente antisemitismo nell’Europa dell’est, soprattutto
fra le giovani
generazioni. Alcune iniziative
in questa direzione.

3 pensieri riguardo “Ungheria, antisemitismo a livelli di guardia

  • anch'io conosco bene l'ungheria e mi permetto di dire che è orribile e intollerabile che si pensi di schedare delle persone perchè ebree..Questo in ungheria è successo in Parlamento!!! questo offende tutti gli ungheresi !!!ed è l'ultimo e gravissimo di una serie di episodi che si verificano da anni in ungheria. Bisogna chiamare le cose con il giusto nome. Questo è antisemitismo.

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  • concordo con te Teresa, gli episodi sono gravi e non vanno sottovalutati, anche alla luce dei tanti casi simili che si sono verificati in altri paesi vicini.

    Claudia, visto che gestisci un blog sull'Europa orientale dovresti sapere che c'è un antisemitismo e razzismo crescente, ad esempio in Ucraina e Russia.

    Rispondi

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