FATTI

30 novembre, Giornata Mondiale delle Città per la Vita, contro la Pena di Morte

Oggi 30 novembre è la Giornata Mondiale delle Città per la Vita – Città contro la Pena di Morte, una grande mobilitazione mondiale nata nel 2002 su iniziativa della Comunità di Sant’Egidio, che ha suscitato eventi in più di 2000 città del mondo. La partecipazione di migliaia di città è stata caratterizzata dall’accensione di un monumento significativo, illuminato per l’occasione di una luce particolare. Questa sera  a Roma, davanti ad un Colosseo particolarmente splendente di luce, si è svolta una manifestazione che ha visto come presentatore Luca Barbarossa e in cui si sono alternate sul palco testimonianze e momenti musicali, animati soprattutto da band giovanili che hanno presentato non solo buona musica, ma anche testi impegnati sul tema della giustizia.
La data del 30 novembre è molto significativa in quanto ricorda la prima volta che uno stato ha abolito la pena di morte dal suo ordinamento. Era il Granducato di Toscana, che con la legge di riforma della legislazione criminale, voluta dal granduca Pietro Leopoldo d’Asburgo e per questo meglio nota come Codice leopoldino o Leopoldina, emanò la legge che eliminava di fatto la pena capitale, proprio il 30 novembre del 1786.
Fra gli interventi sul palco quello di Mario Marazziti, impegnato da anni con la Comunità di Sant’Egidio perché si possa affermare una forma più alta e civile di giustizia e l’umanizzazione delle carceri, che ha ricordato, fra l’altro, come questa mobilitazione abbia segnato negli anni passi avanti significativi, che hanno visto progressivamente ridursi il numero degli stati che applicano la pena di morte.  Marazziti ha dedicato molta parte della suo impegno civile per l’abolizione della pena di morte e per l’umanizzazione delle carceri e ha raccolto questa  esperienza nel libro “Life. Da Caino al califfato: verso un mondo senza pena di morte”.  
Il Presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo ha sottolineato come per arrivare ad un mondo senza pena di morte sia necessario lavorare ogni giorno contro ogni ingiustizia e di come troppo spesso siano le persone più povere e marginali a subire processi ingiusti. La pena di morte è disumana e, come ha ricordato il Papa, di cui è stato trasmesso una video-intervista durante la manifestazione, è una pena senza speranza. Toccante anche l’intervento di Susan Kigula che ha passato 16 anni nel braccio della morte ed oggi attivista per l’abolizione della pena capitale in Uganda. Nel suo paese ha promosso una petizione che ha portato ad un cambiamento legislativo che ha fermato le esecuzioni ridando vita e speranza a molti condannati.
Le Città per la vita -Città contro la pena di morte nel mondo
Marco Peroni
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